Beffa senza fine sui rifiuti, aumenta ancora la tari


Più 8% nel 2015, più 13% lo scorso anno quando il sindaco giustificò l’aumento con la necessità di far fronte alle spese per l’avvio di un nuovo servizio che, però, poi non è partito. Nel dettaglio le nuove tariffe previste per ogni categoria sulla base dell’aumento proposto

Dal paradosso si rischia davvero di sconfinare nel ridicolo. E’ questo il primo inevitabile pensiero che provoca la notizia che l’amministrazione comunale si appresta a varare l’ennesimo aumento della tassa rifiuti (tari). Fedele al proverbio “non c’è due senza tre”, dopo l’8% nel 2015 e il 13% nel 2016, il sindaco Castelli si appresta  ad aumentare IMG-20170327-WA0015del 5-6% tutte le tariffe tari per il 2017 (foto a sinistra). Questo, almeno, è quanto è riportato  nel documento  “Approvazione del piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani e delle tariffe della tassa rifiuti (tari) per l’anno 2017”, al vaglio prima della commissione consiliare poi del Consiglio comunale stesso.

Nel complesso, quindi, un aumento  del 26-27% per un servizio che definire scadente e inadeguato è un eufemismo e provocato dall’incapacità di questa e delle amministrazioni precedenti di ottenere risultati quanto meno decenti per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti. Si perché il capoluogo piceno è ben lontano da quella soglia del 65% indicata dalla legge (che, se raggiunta, eviterebbe i continui aumenti ), fermo com’è ad un misero ed imbarazzante 44-45%. Un flop clamoroso che è il vero responsabile di queste continue “stangate” rifiuti nei confronti dei cittadini, anche se quello straordinario “inventore di favole” che si dimostra essere ogni giorno di più il primo cittadino prova a raccontare un’altra storia.

In attesa di conoscere quale sarà quella che utilizzerà per giustificare l’aumento per il 2017 (i bookmakers neppure quotano il terremoto come possibile giustificazione del sindaco…), il primo cittadino lo scorso anno ha superato il limite della decenza, riuscendo a giustificare l’aumento del 13% per il 2016 con la necessità di far fronte all’aumento dei costi    dovuti all’avvio del nuovo servizio. Che, però, non è mai partito e che ora, almeno così sembra, finalmente prenderà il via il prossimo maggio. In pratica per un anno e mezzo i cittadini hanno pagato e stanno pagando per un servizio che non c’è e che, ciò che è più grave, il sindaco sapeva perfettamente che non ci sarebbe stato. Una vicenda che definire vergognosa è addirittura riduttivo, visto come si è sviluppata.

Era il marzo 2016 quando Castelli, per spiegare la nuova stangata tari, affermava  che “la mancata attivazione della sesta vasca da parte della Provincia impone che i costi necessari per la copertura di un progetto così ambizioso vengano sostenuti dai contribuenti ascolani attraverso uno specifico incremento della tari. Gli investimenti e le spese che questa operazione comporterà (acquisto nuovi automezzi, kit, attività di promozione, etc) sono superiori infatti al milione di euro e solo con la fiscalizzazione di questi oneri potremo sostenere il progetto”. Il sindaco spiegava poi l’iter di questa “rivoluzione”  che sarebbe dovuta partire a settembre e che si prefiggeva l’obiettivo di raggiungere il 65% di differenziazione dei rifiuti.  Un iter ribadito e confermato il mese successivo in un opuscolo diffuso dal Comune a tutte le famiglie ascolane.

Come ben sappiamo, però, a settembre 2016 poi non è partito un bel nulla, così come nei mesi successivi. Dilettanti allo sbaraglio, verrebbe da dire, ma in realtà la situazione è ben diversa e ben più sconcertante. Perché gli atti comunali dimostrano inequivocabilmente che, quando ad inizio marzo il sindaco giustificava il nuovo aumento tari con quel “progetto così ambizioso”, in realtà il primo cittadino e la sua amministrazione neppure sapevano di cosa si trattava e, soprattutto, non avevano alcun progetto concreto in mano. Infatti quello per il nuovo sistema di raccolta rifiuti verrà approvato solamente il 9 giugno 2016 dalla società che gestisce il servizio, Ascoli Servizi Comunali (ASC),   e, poi, un mese dopo dall’amministrazione comunale, con delibera n.138 dell’8 luglio 2016.

E dal documento istruttorio di quella delibera emerge, tra l’altro, come il primo dei 3 incontri che si sono svolti tra l’amministrazione comunale e ASC per definire le strategie e le linee guida del nuovo progetto si è svolto a fine marzo (ad aprile e maggio i due successivi), cioè diversi giorni dopo le affermazioni del sindaco. Che, a questo punto è sin troppo chiaro, quando parlava degli investimenti necessari per questa operazione (nuovi automezzi, kit, ecc.) non aveva la più pallida idea di come si sarebbe sviluppato il progetto stesso. E che, quindi, non poteva in alcun modo sapere quanto realmente sarebbe costato il nuovo progetto.

D’altra parte, però, già all’epoca era ben noto a quasi tutti che quell’ennesimo aumento era determinato semplicemente dall’inefficienza del Comune e dalla sua incapacità di ottenere una percentuale di differenziata quanto meno sufficiente. Ma per togliere ogni ulteriore dubbio ecco ora arrivare la proposta di un nuovo aumento che, se davvero in qualche modo ci fosse un nesso con il nuovo progetto di “porta a porta”, per il 2017 non ci sarebbe stato. Infatti il nuovo servizio che, almeno a quanto sembra, dovrebbe partire dal prossimo maggio (sono stati già distribuiti i kit per il conferimento dei rifiuti) è quello che i cittadini ascolani hanno già finanziato con l’aumento dello scorso anno. Quindi non ci sarebbe alcun valido motivo ( facciamo appello al sindaco a non tirare fuori anche per questo la storia del terremoto, sarebbe un’offesa alla decenza e all’intelligenza degli ascolani…) per aumentare ulteriormente la tari.

Aumenti che, come detto, interessano tutte le categorie e che, quindi, peseranno sia sulle famiglie che sulle attività commerciali. Quelle stesse che, in difficoltà per le conseguenze del terremoto, da mesi chiedono un aiuto concreto da parte del Comune. Che, di contro, ha pensato bene di dargli un’ulteriore “mazzata”. La  speranza è che quanto meno l’annunciata “rivoluzione porta a porta” dia dei risultati concreti e contribuisca a portare la percentuale di differenziata del capoluogo almeno ai livelli dei comuni più civili. Difficile, in realtà, che ciò possa avvenire già nel corso di questo 2017, visto che il nuovo progetto partirà solo a maggio e che solamente a novembre sarà completamente a regime.

Secondo il crono programma del Comune a maggio si partirà con il centro storico, Porta Romana e Campo Parignano che già stanno sperimentando le novità, a cui si aggiungeranno Porta Cartare e Borgo Solestà. Dopo l’estate ed entro novembre sarà, poi, la volta di Porta Maggiore, Monticelli e Poggio di Bretta. Ancora una volta cambieranno orari, giorni e modalità di conferimento, come già accaduto tante volte in questi lunghi anni, senza però mai ottenere dei concreti risultati. La speranza è che stavolta ci sia finalmente quella svolta e quel cambio di passo che la maggior parte dei comuni marchigiani hanno già avuto da anni. Anche perché trovarsi a marzo 2018 a dover di nuovo commentare l’ennesimo aumento della tari varato da Castelli e dalla sua amministrazione sarebbe inaccettabile, anche se non certo sorprendente.

Di seguito le nuove tariffe previste per ogni categoria sulla base degli aumenti proposti (tra parentesi la precedente tariffa).

Proposta tariffe anno 2017 (per mq)

abitazioni civili 2,28 e. (2,16)

scuola, parcheggio centro sportivo 0.98 e. (0,92)

scuola con convitto o mensa 1,35 e. (1,28)

convento con scuola  e casa di riposo 2,40 e. (2,27)

chiese, caserme, cinema,  parrucchieria, tipografia, autolavaggio 3,08 e. (2,92)

alberghi, partiti, associazioni, circoli ricreativi-sportivi, falegnami, istituti di bellezza, elettricista, carrozzeria, elettrauto, autosalone, forno, pasta all’uovo  4,00 e (3,82)

ospedale, casa di cura, studio odontotecnico, impresa di pulizia, magazzini, depositi, edicole, distributori di carburante, autotrasporto  5,12 e. (4,85)

commercio di: mobili e arredo, elettrodomestici, computer, vernici, tessuti, scarpe, articoli sportivi, accessori auto; ambulanti, profumeria, gioielleria, circolo ricreativo-sportivo con bar  6,78 e. (6,41)

commercio di dolciumi, caffè, vini e bevande, casalinghi, giocattoli, carne e pesce, ferramanta, acquari; farmacie, osterie, ottici, laboratorio analisi. studi medici 7,20 e. (6,81)

commercio di biancheria, merceria, abbigliamento, tabacchi, piccoli animali, sanitari; consorzio agrario 7,52 e. (7,11)

commercio di dischi e cassette, cartoleria, libreria, studi professionali, uffici pubblici e privati, agenzie turistiche 7,96 e. (7,53)

commercio di alimentari , salumi, fomaggi; supermercato, mensa, discoteca, sala giochi, uffici postali 8,39 e. (7,93)

gelateria, pizzeria al taglio, sala giochi con bar, albergo con ristorante, studio dentistico 9,71 e. (9,17)

commercio di ortaggi, frutta, fiori, piante 10,47 e. (9,90)

bar, pizzeria, ristorante paninoteca, istituti di credito 11,00 e. (10,40)

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