Morbillo e “bufale” sui vaccini, doppio pericoloso contagio


Oltre 700 casi di morbillo in 2 mesi, con un aumento del 230% rispetto al 2016. Gli esperti non hanno dubbi, la causa è la scarsa copertura vaccinale provocata anche dalla diffusione di siti e associazioni anti vaccini. Che, però, basano le proprie tesi su uno studio truffa del 1998, fondato su dati “taroccati” e privi di alcun riscontro scientifico

Torniamo a parlare di vaccini, speravamo di non doverlo fare ma  temiamo che non sarà l’ultima volta. Basta farsi un giro in rete per capire quanto dura e difficile si presenta questa battaglia contro l’ignoranza e contro chi continua ignobilmente a speculare sulla pelle delle persone. “Il morbillo è una grande scarica di energia Yang, guai a fermare queste cose solo per arricchire la mafia farmaceutica! Stiamo scherzando? Ma cosa ci vogliono dare a bere? Mafiosi venduti”.

Proprio in questi giorni in cui il ministero della sanità ha lanciato l’allarme per il morbillo, proprio mentre tutti gli esperti del settore continuano a lanciare appelli sottolineando l’importanza, anzi, la necessità di una copertura vaccinale il più possibile diffusa,  sul web si possono non solo leggere simili deliranti corbellerie ma, quel che è peggio, anche constare come simili idiozie continuino a trovare largo seguito e, purtroppo, anche l’appoggio e il sostegno (sia pure in modi e forme più sfumate) tra alcuni esponenti parlamentari.

Partiamo dai dati, almeno quelli indiscutibili e certi. Nei primi due mesi del 2017 nel nostro paese si sono verificati oltre 700 casi di morbillo, un numero che definire preoccupante è a dir poco riduttivo. In tutto il 2016 erano stati complessivamente 844 , tre volte di più rispetto al 2015 (254 casi). Considerando lo stesso periodo dello scorso anno l’aumento è addirittura del 230%. Questo significa che, in proiezione, potremmo arrivare ad oltre 3 mila casi nel corso del 2017. Secondo gli esperti il problema non va assolutamente sottovalutato perché si tratta di una malattia che può avere complicanze e mettere a rischio anche la vita. Colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Si trasmette solo nell’uomo. E se è vero che in genere non ha sintomi gravi (provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina, e dura tra i 10 e i 20 giorni), in alcuni casi può essere addirittura fatale.

Secondo l’Istituto superiore di sanità, il morbillo è responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse. “La situazione è estremamente preoccupante, solo nel nostro ospedale abbiamo diversi bambini sotto l’anno di età ricoverati per il morbillo, e abbiamo avuto addirittura dei lattanti contagiati magari dal fratellino. C’è stato già anche un caso di panencefalite sclerosante, una delle complicanze più gravi della malattia“, spiega Alberto Villani, che dirige il reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della Società italiana di pediatria.

Il morbillo – spiega il ministero – continua a circolare nel nostro paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile non vaccinata o che non ha completato il ciclo di vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”. Anche in questo caso i dati parlano chiaro. Nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi è stata dell’85,3%, decisamente lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione. Nulla di inatteso, in realtà, già da tempo virologi, pediatri e lo stesso Istituto Superiore della Sanità (ISS) avevano ampiamente lanciato l’allarme.

Lo avevamo evidenziato lo scorso ottobre (nell’articolo “Bufale, falsi miti e verità scientifiche sui vaccini”) quando riportavamo proprio la preoccupazione dell’ISS e dell’Associazione italiana del Farmaco (Aifa) che sostenevano che “ c’è il concreto il rischio che tornino a colpire malattie “dimenticate” come la difterite (alcuni casi sono già stati riscontrati in Spagna) o che le morti per morbillo o pertosse non siano più una rarissima eccezione”.

Ce lo dovevamo aspettare – afferma Giovanni Maga virologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) – il virus come quello del morbillo ha un tasso di contagiosità quattro volte più elevato di quello dell’influenza è normale vedere questi tassi di incremento così rapidi. Se il livello di vaccinazione scende sotto una certa soglia è difficile contenere la diffusione del virus. Negli ultimi anni si è diffusa e consolidata una certa resistenza contro la vaccinazione da parte dei genitori dei bambini in età scolare che a loro volta sono scoperti dalla vaccinazione. Così il virus passa attraverso le famiglie dalle scuole ai luoghi di lavoro e nel breve giro di una settimana si diffonde ovunque. Il problema è che non funziona la vaccinazione consigliata e gratuita, è arrivato il momento di avviare sul punto una discussione molto seria. Serve la vaccinazione obbligatoria”.

Anche per Villani la responsabilità della situazione va collegata al calo di vaccinazioni.  “Quello che si è sempre temuto si sta verificando –afferma – con questo atteggiamento nei confronti delle vaccinazioni mettiamo a rischio soprattutto i più piccoli, quelli che non hanno l’età o non possono vaccinarsi. Il morbillo è una malattia pericolosa, in un caso su mille dà encefalite, in uno su diecimila porta alla morte. Le Regioni devono interrogarsi sulle proprie responsabilità, e sbrigarsi a mettere in atto il piano vaccinale“.

Il presidente dell’ISS, Walter Ricciardi, allarga il discorso. “Rischiamo anche polio e difterite – afferma – la prima preoccupazione è per la difterite” perché ci sono stati casi mortali in Belgio e in Spagna. In Italia ci sono stati due contatti, fortunatamente neutralizzati, ma potevano infettare un bambino non vaccinato. L’altra grande preoccupazione è la poliomielite. E’ una malattia che noi non vediamo da tanti anni, ma che ha avuto dei casi in alcuni paesi lontani ma non tanto, come l’Ucraina, l’Albania, la Siria. Per non parlare del tetano per il quale abbiamo il record negativo di mortalità in Europa. Tutto nasce dall’insensata diffidenza verso i vaccini”.

Una diffidenza che si fa risalire al 1998, a quella che poi si rivelerà la più grande “bufala” del mondo scientifico (il presunto studio di Andrew Wakefield che collegava il rischio autismo al vaccino trivalente) , e che negli anni è andata via via crescendo grazie al proliferare sul web di siti complottisti e anti vaccini e alla crescita di associazioni simili (Condav, Comilva, Corvelva, Vaccinare informati) . Come sempre non è certo il web la causa di questo fenomeno, ma la rete ha moltiplicato la velocità e la quantità di informazioni disponibili, facilitando la pubblicazione di dati errati e privi di base scientifica ma anche riproponendo vecchie “bufale” ampiamente smentite e smascherate da studi scientifici ma che, agli occhi di tante persone inesperte e incapaci di attingere da fonti credibili e serie, appaiono più che credibili.

Come, appunto, lo studio di Wakerfield, che lo studioso britannico inizialmente sosteneva aver effettuato analizzando le cartelle cliniche di 12 bambini autistici, nel 1998 addirittura pubblicato sulla nota rivista medica Lancet. Dopo anni di accurata e capillare indagine, però, nel 2010 il giornalista del Sunday Times Brian Deer dimostrò, in maniera inequivocabile, la frode scientifica di Wakerfield, messa in atto con la falsificazione dei dati di quelle 12 cartelle con l’obiettivo di mettere su un mercato di test diagnostici per le cause di autismo. Wakerfield, che ammise la falsificazione dei dati, fu radiato dall’albo dei medici e Lancet pubblicò un articolo di scuse. Tre anni dopo il Journal of Pediatrics pubblicherà un’altra grande ricerca, condotta su oltre 1000 bambini, che dimostrerà come non c’è alcun nesso tra la vaccinazione e l’insorgenza di autismo.

Nel folle mondo del web, però, tutto ciò non è sufficiente, nel sempre più vasto panorama di siti complottisti continua ad essere citato quello studio come principale fondamento per la tesi sulla pericolosità dei vaccini.  Così come non sono sufficienti la voluminosa bibliografia (con decine e decine di articoli scientifici) in proposito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nè i 16 differenti studi pubblicati dall’OMS (ognuno dei quali presenta a sua volta una bibliografia composta da almeno una trentina di riferimenti ed è firmato da diversi coautori) dai quali non risultano mai effetti collaterali o frequenza tale da mettere in discussione la sicurezza dei vaccini. Ci sono evidenze scientifiche a iosa da una parte, solo chiacchiere e teoremi astrusi dall’altra.

Eppure continua ad  esserci una larga fetta di popolazione che si fa suggestionare, con tutto ciò che ne consegue. E ciò avviene anche perché i siti “bufalari” sui vaccini in questi anni, in questi stesso periodo trovano un inaspettato e insperato appoggio anche da fonti istituzionali. Nell’ottobre scorso, ad esempio, grazie all’interessamento di alcuni parlamentari del gruppo misto del Senato, in Parlamento era in programma la proiezione del film documentario contro i vaccini “Vaxxed – from cover un to catastrophe” diretto, guarda il caso, da quel Wakerfield radiato dall’ordine dei medici e autore di quello studio truffa. Poi la crescente indignazione del mondo scientifico ne ha bloccato la proiezione in Parlamento ma quel film documentario, grazie sempre a quei parlamentari, è comunque arrivato in diverse sale cinematografiche italiane.

Non solo, non è certo una novità che le tesi anti vaccini trovano un certo sostegno (con modalità e toni differenti) nel Movimento 5 Stelle. Lo stesso blog di Grillo, ad esempio, nel 2015 pubblicò un intervento sul tema (“Vaccini si, vaccini no, facciamo chiarezza”)  a dir poco imbarazzante. “I vaccini – si legge – svolgono un ruolo fondamentale per debellare malattie terribili ma portano con se rischio legato agli effetti collaterali … Sulla base di queste informazioni scientifiche si deduce che bisogna ridurre al minimo l’obbligatorietà e, al limite, sostituirla con la raccomandazione di un esperto”. E ancora: “una vaccinazione di massa obbligatoria è un regalo alle multinazionali farmaceutiche”.

Siamo sullo stesso squallido piano dei siti pseudo scientifici produttori di “bufale”. Sappiamo e abbiamo ampiamente visto che tutti gli studi scientifici, a differenza di quanto riportato in quell’intervento, hanno escluso effetti collaterali, così come tutto il mondo scientifico spinge proprio verso l’obbligatorietà della vaccinazione. Ma ancora più sconcertante e completamente privo di ogni logica e di ogni riscontro è il riferimento al presunto regalo alle multinazionali farmaceutiche. Basterebbe conoscere anche superficialmente l’argomento di cui si sta parlando per sapere che, semmai, le multinazionali farmaceutiche avrebbero l’interesse esattamente opposto e avrebbero di gran da guadagnare in caso di crollo della vaccinazione e di aumento del numero dei casi di determinate malattie.

Tra i tanti studi in proposito interessante è quello pubblicato dal Journal of Market Access & Health Policy  che mette in evidenza i benefici economici e sociali delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda le risorse dei sistemi sanitari nazionali,  in totale contrasto con gli interessi delle multinazionali del farmaco. Emblematico, a tal proposito, è l’allarme lanciato dall’Unicef che sostiene che i prezzi per i vaccini stanno scendendo così tanto da renderli sempre meno appetibili per la grandi case farmaceutiche, al punto che sono in pericolosa diminuzione le società interessate. Usando lo stesso metodo utilizzato dai siti anti vaccini, potremmo arrivare a sostenere che la loro battaglia contro la vaccinazione ha come scopo proprio quello di favorire le multinazionali del farmaco.

Tornando alle posizioni ambigue del Movimento 5 Stelle, in qualche modo sono state espresse anche in questi giorni di fronte ai dati sul morbillo, con il presidente del Gruppo Camera Andrea Cecconi che ha cercato di sminuire l’allarme ed un comunicato, nella stessa direzione, firmato dai deputati Giordano, Colonnese, Di Vita, Grillo, Lorefice, Montero e Nesci. “Prima che si ingeneri una situazione di panico – scrivono – chiediamo al ministero competente di escludere che i casi che stanno avvenendo in questi giorni siano discordanti rispetto al ciclo dei picchi di questa malattia”.

Dire che è normale che si generino epidemie di morbillo in cicli pluriennali è una sciocchezza – ha immediatamente replicato il direttore generale della Prevenzione del ministero della salute Ranieri Guerra – nessuna epidemia dovrebbe manifestarsi al raggiungimento delle soglie di copertura indicate dal piano nazionale. Quanto sta avvenendo è dovuto all’abbassamento delle stesse. Non c’è che un modo per prevenirle ed è vaccinarsi tutti”. Da più parti si evidenzia come questo atteggiamento del Movimento 5 Stelle è dovuto al fatto che diversi siti anti vaccini sono in qualche modo riconducibili al variegato universo web che ruota intorno al Movimento stesso.

Come sempre ci limitiamo a considerare i fatti e non le voci, le supposizioni o teorie più o meno fantasiose. Ed i fatti in questo caso ci dicono che la posizione del Movimento 5 Stelle sui vaccini è inaccettabile, ancora più se si pensa che chi come loro hanno questa grande dimestichezza con il mondo del web a maggior ragione dovrebbe essere in grado di distinguere le nozioni scientifiche (che in proposito vanno tutte in un’unica direzione) dalle “bufale”.

Per questo sarebbe importante che un Movimento che riesce a fare così presa sui propri attivisti e simpatizzanti (probabilmente l’unico nel panorama politico italiano) abbia il coraggio di assumere una posizione differente su questo problema. Perché, come sosteneva Roald Dahl (l’autore de “La fabbrica dl cioccolato” a cui morì una figlia di 7 anni per il morbillo quando ancora in Europa il vaccino non era stato testato) “è davvero criminale non fare vaccinare vostro figlio

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