Disastro illuminazione, tanto rumore… per 5 minuti!


Il sindaco risponde alle polemiche e alle accuse per i disservizi accusando il cambio di stagione (e i guasti dell’Enel) e annunciando l’accensione dei lampioni 5 minuti prima. Restano però senza risposte tutte le questioni più importanti, dall’aumento di spesa fino al discutibile iter per l’affidamento del servizio

Non è certo una novità che il cambio di stagione (dall’estate all’autunno) possa provocare problemi fisici ma anche ansia, agitazione, addirittura depressione. Fino a qualche giorno fa, invece, ignoravamo che potesse provocare anche problemi, non meno seri, alla pubblica illuminazione. Che, in realtà, già prima del cambio di stagione non è che godesse di ottima salute, anzi. Però a spiegarci che, almeno in questo periodo, il problema è rappresentato dal cambio di stagione è il sindaco Castelli, sollecitato anche da quanto riportato nell’articolo “Disastro illuminazione: aumenta la spesa, diminuisce la luce in città”, con le proteste di tantissimi cittadini per la situazione che si era creata con l’accorciarsi delle giornate (e di conseguenza della luce del giorno).

Che, però, ha solo peggiorato una situazione che già era decisamente precaria, soprattutto in diverse zone della città, con alcuni quartieri quasi al buio, luce spettrale e generale senso di insicurezza. “La pubblica illuminazione, soprattutto riguardo l’accensione dei lampioni nelle ore notturne, ha registrato dei problemi negli ultimi tempi ad Ascoli Piceno – si legge nel post di Arengo Tv del 30 settembre scorso, corredato anche da una dichiarazione video del sindaco – dopo molte segnalazioni l’amministrazione comunale ha subito messo in atto delle indagini per capire le ragioni di tale problematica e poi ha proposto delle soluzioni già in cantiere”.

Certo fa sorridere leggere che la pubblica illuminazione “ha registrato dei problemi negli ultimi tempi”, è da quando si è partiti con il nuovo servizio (cioè circa un anno fa) che problemi, disservizi, proteste sono all’ordine del giorno, quindi si poteva pensare molto prima alle “indagini per capire le ragioni” e alle “soluzioni già in cantiere”. In ogni caso meglio tardi che mai, a patto che ci sia una seria autocritica e si adottino soluzioni concrete. E’ così in questo caso? Non sembrerebbe, visto che il primo cittadino indica nel cambio di stagione  e nell’Enel i motivi di questi problemi, proponendo una soluzione che lascia senza parole.

La prima causa di questi inconvenienti è il cambio di stagione- sottolinea il sindaco – quando l’orologio astronomico deve essere tarato in una maniera diversa. In caso di giornata brutta e piovosa effettivamente l’illuminazione risultava scarsa, per questo abbiamo subito chiesto e ottenuto dalla società che gestisce l’illuminazione pubblica di accendere almeno 5 minuti prima i lampioni. Si sono inoltre registrati grandi guasti ai contatori dell’Enel che hanno prodotto tutta una serie di disservizi. Non dobbiamo dimenticare che la pubblica illuminazione è stata oggetto di una rivisitazione complessiva, un ingente lavoro di cui apprezzeremo il valore soprattutto nei prossimi anni nel rispetto dell’ambiente e del contenimento dei consumi“.

Geniale, non c’è che dire. Certo che a leggere le affermazioni del sindaco viene da pensare che gli ascolani sono davvero strani e intolleranti, tanto rumore per appena 5 minuti, sembra davvero un’esagerazione… Forse sarà anche per questo, per via di questa atavica stranezza degli ascolani, che, cosa mai accaduta prima, sotto il post di Arengo Tv sull’illuminazione ci sono ben 16 commenti, tutti decisamente critici (e, in alcuni casi, molto ironici).

Signor sindaco forse non ha capito non deve accendere cinque minuti prima ma mezz’ora prima e spegnere la mattina mezz’ora dopo non faccia le orecchie sorde perché l’illuminazione la paghiamo noi cittadini e allora chiediamo il servizio” replica Angela Pia. “Ma che cosa sta dicendo. Non la vede la luce naturale alla sera e alla mattina??? Basta adeguarsi ai cambiamenti con una messa a punto a regola degli orologi…..5 minuti di cosa?” aggiunge Stefania. “Premio Nobel per la scoperta dell’acqua calda! Pago un pacco di soldi di tasse e devo sentirmi dire queste baggianate!” accusa Patrizia. “5 minuti prima? A fine ottobre cambia l’orario!” sottolinea Matteo.  “ Colpa del cambio stagione… Adesso accende ben 5 minuti prima, ma dai è meglio di Panariello” ironizza un cittadino che si firma Cecco d’Ascoli. “Ti pareva che era colpa sua? E’ di chi ha studiato questo schifo di illuminazione! Ma quanto ci è costato e quanto ci costerà rimetterci mano in continuazione?” chiede Silvana.

La città così è tanto triste, sembra un cimitero” aggiunge Marilena.  C’è anche chi prova a dare una spiegazione tecnica. “Se i led sono bassi si dovevano comprare led più potenti – sostiene Johnny – inoltre molte volte in diversi punti della città e periferia le luci sono  spente. Sarà che meno si accendono più si risparmia e più incassa la ditta che gestisce l’illuminazione pubblica di Ascoli?”.

Ironia a parte, a giudicare dalle reazioni che si leggono le spiegazioni e le soluzioni proposte dal sindaco non hanno convinto per niente. Ma, d’altra parte, come avrebbe potuto, la  situazione e i disastri del servizio di illuminazione pubblica sono sotto gli occhi di tutti ed è davvero impensabile far credere che basta accendere 5 minuti prima per far scomparire, d’incanto, i tanti problemi che ci sono. Anche perché nel capitolato d’appalto, a pagina 57, c’è la tabella con gli orari di accendimento e spegnimento e sarebbe da “dilettanti allo sbaraglio” non aver considerato, in quella sede, che quando si passa da una stagione all’altra inevitabilmente è necessario spostare gli orari. Al di là di questo, però, il sindaco e l’amministrazione comunale forse farebbero meglio a cercare di spiegare le tante incongruenze, i tanti dubbi che tutta la vicenda presenta.

Come, ad esempio, quella relativi ai costi a carico del Comune, visto che all’inizio si era parlato addirittura di un risparmio di 500 mila euro. Che, poi, si è scoperto non esserci, fino addirittura ad arrivare alla sgradita sorpresa che, in realtà, almeno per il 2016 il servizio costa molto di più, come evidenzia la determina n. 986 del 7 luglio scorso: “occorre impegnare per il pagamento del canone del servizio pubblica illuminazione per l’anno 2016 una somma superiore rispetto agli anni precedenti, quantificata in 334.000 euro”.

Sempre in quella determina, per giunta, si spiegava che la spesa in più di 334 mila euro era determinata dal fatto che il socio privato aveva dovuto installare altri 3.929 nuovi punti luci perché gli 11.000 punti luce consegnati al socio privato non erano sufficienti. Eppure il sindaco Castelli, intervenendo il 23 novembre 2015 nel corso del Consiglio comunale convocato in seduta pubblica con la partecipazione dei cittadini che protestavano per le carenze del servizio pubblica illuminazione, aveva parlato di oltre 12 mila punti luce presenti nel territorio. Erano numeri sparati a caso dal sindaco o è il socio privato che ha abbassato i dati sui punti luce? E, soprattutto, qualcuno del Comune si è preoccupato di verificare il reale numero dei punti luci ed eventualmente la reale necessità di aumentarli nella quantità richiesta dal socio privato o è stato accettato “al buio” quanto proposto dal socio stesso?

A proposito di socio privato, poi, non si capisce per quale motivo negli atti comunali si continui a fare riferimento all’Ecoinnova che è la società che nel 2013 è stata scelta, dopo un iter che ha provocato non poche polemiche e perplessità (già solo per le ripetute e incomprensibili proroghe, ben 4, dei termini per presentare le proposte per la gara negoziata), come socio privato dell’Ascoli Servizi Comunali proprio per la gestione di alcuni servizi come, appunto, anche l’illuminazione pubblica. Infatti a fine del 2014 Ecoinnova ha ceduto in affitto l’attività di gestione del servizio della pubblica illuminazione stradale a favore della società uni personale “Opera Light srl” di Cartoceto (e il sindaco nell’assemblea dei soci dell’Ascoli Servizi Comunali del 31 ottobre 2014 aveva espresso parere favorevole alla richiesta di cessione in affitto) .

Da allora, quindi, a gestire il servizio di illuminazione è la società di Cartoceto che, però, non compare mai negli atti comunali in cui si parla del servizio stesso. Quella cessione in affitto (ma anche tutto il procedimento per la scelta del socio privato della società Ascoli Servizi Comunali) è finita più volte nel mirino dell’opposizione, con interrogazioni del Pd e del Movimento 5 Stelle, ed è anche oggetto di una segnalazione all’Anac (l’autorità nazionale anticorruzione). Tra le tante cose che si contestavano di quella operazione c’era anche il fatto che si dubitava che una società di quelle dimensioni, che nell’esercizio del 2014 aveva avuto ricavi da vendite e prestazioni di appena 37 mila euro, potesse essere in grado di gestire un servizio così complesso (“Questa infrastruttura è così complessa ed articolata, avendo per l’appunto anche 420 chilometri di strada e oltre 12 mila punti luce” dichiarava il sindaco nel Consiglio comunale aperto del 25 novembre 2015).

E non bisogna certo attendere il responso dell’Anac, che per altro si pronuncia su altri aspetti, per affermare con certezza che quei timori erano più che fondati. Come dimostrano i fatti che si susseguono da più di un anno a questa parte.

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