Il ministro dei “pastrocchi”: dopo l’esame di maturità, i test di ingresso all’Università


Con il decreto del 28 marzo scorso il ministro Bussetti ha parzialmente cambiato modalità e contenuti dei test d’ingresso ai corsi di laurea a numero programmato (Medicina, Odontoiatria, Architettura, Veterinaria) per l’anno accademico 2019-2020

Dopo l’esame di maturità i test universitari dei corsi ad accesso programmato. Se nel governo gialloverde c’è qualcuno che effettivamente sta utilizzando metaforicamente quella ruspa più volte evocata da Salvini, quello è sicuramente il ministro dell’istruzione Marco Bussetti. Che, non soddisfatto di aver fatto danni inenarrabili (in comproprietà con il precedente ministro Valeria Fedeli) con la maturità, ora rischia di concedere il bis con i test universitari.

E pensare che, dopo aver avuto un ministro dell’istruzione come la Fedeli, eravamo davvero convinti che non fosse possibile avere di peggio. Invece il leghista Bussetti è sulla buona strada per farci ricredere, purtroppo. E il decreto del 28 marzo, con il quale vengono definite le modalità e i contenuti dei cosiddetti test d’ingresso, è l’ennesima dimostrazione del pressapochismo e della superficialità con cui il ministro e il suo ministero si approcciano ad una tematica così importante e delicata. Le stesse dichiarazioni del ministro Bussetti lasciano a dir poco perplessi.

Intendiamo rivedere il sistema di accesso ai corsi a numero programmato (Medicina e Odontoiatria, Architettura, Veterinaria) – scrive il ministro sul sito internet del ministero – è un lavoro che richiede tempo e, in particolare per Medicina, prevede un necessario impegno congiunto che riguarda non solo il Miur ma anche gli Atenei, il Ministero della Salute, le Regioni”.

L’inevitabile e naturale conseguenza di un simile ragionamento, almeno in un paese normale, sarebbe l’annuncio del ministro stesso che si metterà subito al lavoro per studiare e programmare un nuovo sistema d’accesso da far partire ovviamente non il prossimo anno accademico (che è quasi alle porte, visto che a giugno ci si deve iscrivere ai test) ma eventualmente dall’anno successivo. Invece, nel più classico “pastrocchio” all’italiana arriva una soluzione temporanea e pasticciata di cui francamente non se ne sentiva il bisogno.

Nel frattempo – spiega Bussetti – quest’anno avremo quesiti più vicini alla sensibilità e alla preparazione dei candidati. Meno logica e più cultura generale, con l’indicazione esplicita che i relativi quesiti siano pensati guardando a quanto si fa durante l’ultimo anno di scuola”.

Ma se davvero il ministro voleva essere più vicino alla sensibilità dei candidati allora per prima cosa avrebbe dovuto fare la cosa più ovvia e più logica, non cambiare nulla per i prossimi test rinviando le novità all’anno accademico successivo (2020-2021). Perché, ma siamo certi che Bussetti che vive nel suo mondo dorato e completamente avulso dalla realtà non lo sa, soprattutto per i test di Medicina ci sono ragazzi che si stanno preparando da 2 anni, che da tempo hanno comprato i testi per prepararsi.

Addirittura c’è chi ha utilizzato il famoso bonus cultura (di renziana memoria) per comprare i libri per prepararsi ai test. Ora che a 2 mesi dall’apertura delle iscrizioni ci sia qualcuno (il ministro) che, in sostanza, dica che non è più così, che le cose sono cambiate, è semplicemente ridicolo e al tempo stesso vergognoso. Non è una novità, i concetti di programmazione, competenza e serietà sono estranei (da tempo) al Miur. Come detto lo stesso scempio è stato messo in atto con l’esame di maturità.

Anche in quel caso studenti che hanno fatto un intero percorso educativo con determinate regole e sapendo che alla fine avrebbero trovato un determinato tipo di esame, a pochi mesi dall’appuntamento si sono visti cambiare le regole e le modalità di svolgimento dell’esame stesso. In un caso e nell’altro non bisognava certo essere dei geni per comprendere che la cosa migliore, la cosa giusta da fare era quella di far partire le novità (per l’esame di maturità e per i test) non da quest’anno.

Ma c’è poco da fare, per quanto riguarda l’istruzione (scolastica e universitaria) siamo in mano a soggetti che definire incompetenti è addirittura riduttivo. Come se non bastasse, come sottolineano ed evidenziano diverse associazioni studentesche ed universitarie, per quanto concerne i test di accesso all’Università ci sono ancora molti punti bui (anche e soprattutto sul numero di posti disponibili) che verranno chiariti solo tramite i bandi che usciranno nei prossimi mesi. Così, almeno, assicurano dal ministero.

A cui, però, qualcuno dovrebbe ricordare che da giugno partono già le iscrizioni ai test stessi e, per un minimo di decenza, sarebbe quanto meno auspicabile che in quel momento tutto sia ampiamente chiaro. Restando alle novità già rese note, per altro, non che ci sia molto di che essere lieti.

I quesiti di cultura generale – si legge nel sito del Miur – passano da 2 a 12 (con una diminuzione da 20 a 10 di quelli di logica) e faranno riferimento, in particolare, all’ambito storico, sociale e istituzionale, letterario. Ci saranno anche quesiti relativi all’area di Cittadinanza e Costituzione. Si partirà da testi di saggistica scientifica, autori classici o contemporanei, da testi di attualità comparsi su quotidiani, riviste anche specialistiche. In coerenza con il lavoro preparatorio fatto dagli studenti in vista del nuovo esame conclusivo della scuola di secondo grado che debutta a giugno”.

C’è davvero da rabbrividire di fronte a tanto pressapochismo e alla sconcertante mancanza di conoscenza di quella che è la realtà attuale. Proprio il cosiddetto “lavoro preparatorio” al nuovo esame di maturità ha (non certo a sorpresa per chi vive nella realtà e non in un mondo virtuale) ha sollevato dubbi e problematiche di vario tipo. Serietà e decenza vorrebbero che innanzitutto si affrontassero quelle criticità prima di estendere un simile “pastrocchio” anche ai test universitari.

Non solo quel riferimento a “quanto si fa durante l’anno” fa venire i brividi e dimostra quanto il ministro poco (per nulla) conosca la realtà della scuola italiana. Dove, soprattutto nell’ultimo anno, al di là dei programmi ufficiali, quel “quanto si fa durante l’anno” spesso è molto differente da scuola a scuola. E, senza la conoscenza approfondita di queste differenziazioni, è del tutto evidente che ai test ci saranno ragazzi che (non per colpe proprie) partiranno con un indiscutibile handicap.

Ancora, quel testardo e molto di facciata riferimento all’area di Cittadinanza e Costituzione (fino a qualche mese fa conosciuta come educazione civica…) è a dir poco discutibile. Si finge di non sapere ciò che chiunque conosca un minimo la scuola italiana sa perfettamente, cioè che fino a qualche mese fa (fino a quando non sono state rese note, in maniera confusa, le modalità di svolgimento dell’esame di maturità) di “Cittadinanza e Costituzione” (o educazione civica che dir si voglia) poco o nulla se ne sapeva (e si faceva) nelle scuole italiane.

Siamo tutti d’accordo e non possiamo che auspicare che d’ora in poi le cose cambino ed è giusto pretendere che d’ora in avanti sia dato il giusto spazio e la giusta importanza all’educazione civica. Ma, appunto, d’ora in poi e non fingendo di non vedere e di non sapere quella che è stata la realtà fino ad ora. Ci sarebbe, poi, da discutere molto sulle ragioni per cui in un test di ammissione a Medicina, Veterinaria o anche Architettura sia importante dare più spazio a “Cittadinanza e Costituzione” piuttosto che ad altro, che alla logica. Ma il discorso sarebbe troppo complesso, soprattutto per chi (su tutti il ministro) ha dimostrato in questo campo tutti i suoi limiti.

Per decenza, infine, stendiamo un velo pietoso sul fatto che, secondo quanto dice il ministro stesso, ai test ci saranno quesiti anche su testi di attualità “comparsi su quotidiani, riviste anche specialistiche”. Visto il livello di preparazione mostrato fino ad ora, non osiamo neppure immaginare quali potranno essere questi quotidiani e queste riviste da cui attingerà il ministero. In ogni caso, a prescindere da quali saranno quotidiani e riviste, non ci vuole un genio per capire che è una follia…

Ricordato che in merito a diversi aspetti non secondari (a partire dal più volte paventato aumento dei posti a disposizione per Medicina) si rimanda a successivi bandi e decreti da emanare in seguito (clicca qui per vedere nel dettaglio il decreto del Miur), il decreto ha intanto stabilito che le iscrizioni ai test potranno essere effettuate on line a partire dal 17 giugno e fino alle ore 15 del 9 luglio 2019 attraverso il portale ministeriale www.universitaly.it.

Il ministero metterà a disposizione dei candidati un test psico-attitudinale che potrà essere effettuato su base volontaria. Sarà un testo orientativo diviso in tre sezioni: 72 quesiti motivazionali e una simulazione della prova di accesso. Ci sarà anche un video illustrativo sulle principali attività professionali relative ai corsi di laurea ad accesso programmato. Per quanto concerne la valutazione delle prove il decreto ha stabilito che verranno attribuiti al massi 90 punti, tenendo conto dei seguenti criteri: 1,5 punti per ogni risposta esatta, meno 0,4 punti per ogni risposta errata, 0 punti per ogni risposta omessa.

Di seguito le date in cui si svolgeranno i test.

Medicina e Odontoiatria (in lingua italiana) martedì 3 settembre 2019

Medicina Veterinaria mercoledì 4 settembre 2019

Corsi di laurea e di laurea magistrale Architettura giovedì 5 settembre 2019

Corsi di laurea delle professioni sanitarie mercoledì 11 settembre 2019

Medicina e Odontoiatria (in lingua inglese) giovedì 12 settembre

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