L’ultimo “libro dei sogni” del sindaco Castelli


Nel programma delle opere pubbliche del 2019, approvato l’8 gennaio , inseriti 64 interventi, di cui ben 40 erano presenti nel programma 2018. E  la stessa amministrazione comunale di fatto ammette che, ben che vada, meno dell’8% di quelle opere partiranno entro fine anno

Non poteva che chiudere con il “botto” l’amministrazione Castelli in tema di opere pubbliche. Ben 64 interventi, per un investimento di quasi 60 milioni di euro. L’ultimo programma delle opere pubbliche, quello per il 2019, è esattamente in linea con quelli faraonici di questi anni. Ed esattamente come quelli degli anni passati si tratta di un vero e proprio “libro dei sogni”, utile solo per riempirsi la bocca di proclami, ancora più ora a ridosso delle nuove elezioni comunali, ma assolutamente inattendibile.

In altre parole, la maggior parte delle opere indicate in quel programma è praticamente certo che non vedranno la luce, non partiranno nel 2019 (ed è assolutamente sicuro che non inizieranno con questa amministrazione comunale che è alla conclusione). E non siamo noi a dirlo ma è la stessa amministrazione comunale ad ammetterlo.

L’ammissione del Comune: lavori al via entro fine 2019 solo per l’8% delle opere

Basta leggere con attenzione la scheda E (“Programma triennale delle opere pubbliche 2019/20121 dell’amministrazione comunale di Ascoli Piceno”) allegata alla delibera di adozione del piano delle opere pubbliche (la n. 3 dell’8 gennaio scorso) per scoprire che è la stessa giunta comunale a confermarlo, a mettere nero su bianco che si tratta di un “libro dei sogni” utile solo per un po’ di propaganda.

Infatti per ognuna delle opere inserite nell’elenco del 2019 viene indicato il livello di progettazione al momento dell’approvazione della delibera (appunto l’8 gennaio scorso). Per chi non conosce determinate procedure, l’iter che porta poi alla consegna e all’avvio dei lavori parte con lo studio di fattibilità dell’opera in questione a cui segue poi il documento preliminare all’avvio della progettazione, quindi inizia la vera e propria progettazione in tre fasi progressive.

Si parte con il progetto preliminare a cui segue poi il progetto definitivo fino ad arrivare al progetto esecutivo sulla base del quale viene indetto il bando per l’assegnazione dei lavori. Secondo l’ultimo rapporto sui tempi di attuazione e di spesa delle opere pubbliche in Italia (relativo al 2015) realizzato dall’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (Uver) il tempo medio della fase di aggiudicazione dei lavori (che va dallo studio di fattibilità al compimento delle tre fasi progettuali e alla successiva aggiudicazione) è tra i 10 e 16 mesi.

Questo almeno nella maggioranza delle amministrazioni pubbliche, mentre per quanto riguarda il Comune di Ascoli l’esperienza degli ultimi anni ci insegna che il tempo medio di aggiudicazione dei lavori può tranquillamente arrivare anche a 2 anni e oltre. E che tempi lunghissimi (in media almeno 6 mesi) intercorrono tra il progetto definitivo e la successiva approvazione di quello esecutivo, con la conseguente indizione del bando per l’aggiudicazione dei lavori stessi.

Tornando alla citata scheda E allegata, a tal proposito ci svela che per ben 40 dei 64 interventi inseriti nel programma delle opere pubbliche per il 2019 siamo ancora fermi allo studio di fattibilità e che addirittura per altre 13 non c’è neppure quello, quindi tecnicamente non è neppure iniziato il lunghissimo iter. In altre parole è certo che i lavori di quelle 53 opere non partiranno non solo prima della fine dell’avventura della giunta Castelli ma anche entro la fine del 2019.

Qualche speranza in più, almeno per la fine dell’anno (non certo prima del termine di questo mandato amministrativo) c’è per le 6 opere per le quali c’è il progetto definitivo, mentre salvo imprevisti (sempre possibili nel “meraviglioso” Comune di Ascoli) dovrebbero farcela almeno a vedere la luce i lavori per le 5 opere per le quali è già stato approvato il progetto esecutivo. In sostanza, quindi, secondo la stessa amministrazione comunale poco meno dell’8% degli interventi inseriti nel piano annuale 2019 delle opere pubbliche potrebbe concretamente prendere il via.

Un dato imbarazzante ma non certo sorprendente, visto che è dall’insediamento di questa giunta che ogni anno si ripete il solito stucchevole teatrino, nelle solite sconfortanti forme.

Dopo 7 anni addio alla riqualificazione della stazione di Marino del Tronto

C’è, infatti, un dato che caratterizza e che ricorre da anni in tutti i programmi annuali delle opere pubbliche: la riproposizione ogni anno della maggior parte degli interventi inseriti nel piano dell’anno precedente (che, ovviamente, significa che quegli interventi non sono stati realizzati). E un gran numero di quegli interventi viene riproposto in continuazione per anni, senza vedere mai concretamente la luce. Clamoroso, in tal senso, è il caso dell’intervento per la riqualificazione della stazione di Marino del Tronto (per un importo presunto di 150 mila euro), un ‘opera alla quale ormai siamo affezionati perché la ritroviamo da almeno 6-7 anni in ogni piano annuale delle opere pubbliche.

Per questo ci ha provocato un po’ di commozione non ritrovarla nel piano delle opere pubbliche del 2019, per un attimo abbiamo davvero creduto che finalmente fosse giunto il suo momento. Illusione durata lo spazio di un momento, il tempo di scoprire che in realtà è stata inserita nell’elenco delle opere del precedente piano non avviate e non riproposte. In altre parole è stata accantonata, insieme ad altre 6 storiche opere, tra cui il restauro dell’ex Distretto militare e la messa in sicurezza di via Adriatico presso il bivio Porta Torricella.

Il festival (nascosto) delle incompiute

Tornando agli interventi che invece ci sono nel programma 2019, ben 40 facevano già parte del piano delle opere pubbliche del 2018 (e la maggior parte di queste anche di quello del 2017). Sarebbe ampiamente sufficiente tutto ciò per comprendere quanto attendibile sia (ancor più nell’anno delle elezioni…) il piano delle opere pubbliche ma vale la pena sottolineare anche altre singolarità che rendono il quadro ancor più imbarazzante.

A partire dal fatto che le norme attualmente in vigore prevedono l’inserimento nel programma triennale delle opere pubbliche dell’elenco delle opere incompiute (cioè quelle inserite nel piano delle opere pubbliche dell’anno precedente). E specificano come “incompiute” siano da considerarsi non solo le opere i cui lavori non sono partiti entro la fine dell’anno in questione ma anche quelle non ancora completate o non ancora fruibili. Sempre secondo la legge per ognuna di queste dovrebbe essere inserito in elenco anche le motivazioni per cui non è stata ancora completata.

Negli anni passati l’amministrazione comunale non lo aveva mai inserito, questa volta ha pensato bene di farlo ma lasciandolo completamente in bianco. Anche perché, considerando la realtà dei fatti, in pratica avrebbe dovuto inserire nell’elenco delle incompiute quasi tutte le 69 opere del programma annuale del 2018.

La moltiplicazione dei costi: quasi un milione di euro in un anno

Dando, poi, una sbirciatina alle opere inserite nel piano 2019 da segnalare che tra le “evergreen” (cioè quelle riproposte ormai da diversi anni) ci sono anche il completamento degli alloggi in zona Pennile di Sotto e la realizzazione di 27 alloggi di Edilizia popolare sperimentale a Monticelli. Che, in appena un anno, chissà per quale ragione hanno subito un clamoroso e consistente incremento dei costi. Infatti nel piano opere pubbliche 2018 l’importo previsto per i due interventi era rispettivamente di 3 milioni e di 3.558.000 euro.

Un anno dopo siamo saliti rispettivamente a 3.976.908,29 e a 4.386.000 euro, praticamente quasi un milione di euro in più in entrambi i casi. A dir poco singolare, poi, che 12 mesi dopo gli alloggi da completare in zona Pennile di Sotto passano, chissà perché, da 54 a 52.

Stupisce e non poco, invece, che tra le 64 opere del piano 2019 ci sia anche l’intervento di messa in sicurezza (per un importo di 400 mila euro) del teatro Filarmonici. Che, dopo un’attesa e lavori che si sono protratti per 18 lunghissimi anni, ad inizio estate è tornato finalmente fruibile ma che, appena 6 mesi dopo, ha la necessità di un intervento per la messa in sicurezza. Inutile nascondere che sorge qualche dubbio (per usare un eufemismo) su come sono stati realizzati quegli interminabili lavori…

Da segnalare, infine, che tra le opere inserite nel piano 2019 c’è anche il rifacimento della curva sud (per un importo di 5 milioni di euro). Detto che non c’è alcuna possibilità che in concreto i lavori per la curva partano nel corso dell’anno, sarebbe davvero singolare (ma non certamente impossibile…) se alla fine fosse pronta prima la curva sud della nuova tribuna est…

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