Dalla “fossa dei leoni” allo stadio “caricatura”: c’era una volta il Del Duca…


Mentre a Ferrara in 4 mesi si completeranno i lavori per la ristrutturazione dello stadio, ad Ascoli dopo 3 anni si è ancora in attesa  della nuova tribuna est, forse pronta solo per la stagione 2018-2019. Irrisolti anche i problemi relativi alla tribuna ovest e alla curva sud

Diciamo la verità, quando in questi giorni abbiamo letto le notizie sulla ristrutturazione dello stadio di Ferrara (la Spal è tornata in A dopo 49 anni) abbiamo provato una fortissima invidia. Non solo per il fatto che i tifosi estensi il prossimo anno potranno vedere dal vivo tutti le squadre più forti e i campioni del nostro calcio, ma anche e soprattutto per lo stadio.

Il “Paolo Mazza”, proprio per il ritorno nella massima serie, ha bisogno di una profonda ristrutturazione. Per questo a metà maggio sono iniziati i lavori che prevedono l’ampliamento della capienza dell’impianto di quasi 4 mila spettatori, con la riqualificazione della gradinata nord e la costruzione di un nuovo settore per i tifosi ospiti. Previsti anche lavori per modifiche sostanziali al campo (che, tra l’altro, verrà allargato di 3 metri) e per la realizzazione di nuove aree di parcheggio a disposizione dei tifosi spallini, dei tifosi ospiti e dei giornalisti.

Interventi importanti e di una certa entità che, udite bene, saranno terminati per l’inizio del nuovo campionato 2017-2018. Sembra impossibile, un clamoroso miracolo, almeno agli occhi di chi, come noi, vive in un “mondo a parte” come quello di Ascoli. Dove per fare qualsiasi minimo intervento ci vogliono tempi biblici, dove la “genialità” di chi deve effettuare determinati interventi arriva al punto di tagliare parte della copertura di una tribuna (per motivi di sicurezza) ma poi non avere la più pallida idea di come fare per ripristinarla. Dove, soprattutto, per realizzare una nuova tribuna per lo stadio non bastano neppure più di 3 anni.

Un tempo sufficiente a realizzare ex novo un mega stadio (lo abbiamo già visto), almeno nel mondo civile. Già, il punto è proprio questo. I tempi di realizzazione delle opere come quelle in programma  a Ferrara sono la norma, è ad Ascoli che, almeno per questo, siamo oltre il terzo mondo. Al punto che, proprio nei giorni in cui ci toccava leggere del “miracolo” (che poi abbiamo visto non essere tale) di Ferrara, la telenovela stadio si è arricchita di nuovi imbarazzanti capitoli.

Infatti in questi giorni, per permettere all’Ascoli di adempiere agli obblighi necessari per l’iscrizione al nuovo campionato di serie B, l’amministrazione comunale si è dovuta mettere a tavolino con la società bianconera per trovare un nuovo accordo per lo stadio, visto che quello siglato lo scorso anno aveva un anno di validità. Alla fine è stata stipulata una nuova convenzione biennale che prevede che l’Ascoli Picchio versi complessivamente al Comune un corrispettivo di 120 mila euro  (con la possibilità di scomputare dalla somma eventuali lavori da effettuare in tribuna coperta).

Nessun affidamento a lungo termine, quindi, come sperato e auspicato da più parti (con il conseguente onere per l’Ascoli di effettuare tutta una serie di lavori) e i motivi vengono spiegati dalle parole del sindaco. Che, come al solito, usa un lungo giro di parole per annunciare l’ennesimo clamoroso slittamento dei tempi della consegna di “Godot” (la nuova tribuna est). “La cifra – spiega il sindaco – tiene conto da un lato che l’impianto ha subito delle limitazioni e dei deterioramenti a causa del sisma, e dall’altro che almeno in una delle stagioni contemplate dalla convenzione sarà pienamente disponibile la nuova tribuna est dedicata a Carlo Mazzone”.

In altre parole il sindaco ci sta dicendo che di sicuro la nuova tribuna est non sarà pronta per l’inizio della nuova stagione agonistica (lo avevamo già capito), che non è detto (anzi, secondo qualcuno è già praticamente certo) che lo sarà solo per l’inizio del nuovo anno (2018). Da non crederci, a memoria d’uomo non si ricorda un intervento che ha subito più slittamenti di questo, di questo passo la nuova tribuna est del Del Duca potrebbe fare concorrenza al ponte sullo Stretto…

Naturalmente, visto il giro di parole fatto dal sindaco per annunciare l’ennesimo slittamento, al momento non c’è una versione ufficiale che giustifichi il nuovo ritardo. In questi lunghi anni ne abbiamo sentite di tutte i colori: dai problemi nella redazione del progetto, agli inconvenienti per la demolizione, dai problemi per il traffico alla sicurezza, dalla scoperta di imprevisti sottoservizi ai ritardi nella gara per la ricostruzione dell’impianto. E, poi, naturalmente il terremoto (immancabile anche se per nulla attinente…) fino alla comparsa di un nuovo misterioso (perché mai citato in nessuna fase della progettazione)  terzo stralcio  a novembre 2016.

Quando il primo cittadino annunciava che in effetti per gennaio 2017 (la nuova data all’epoca fissata per il pieno utilizzo della struttura) la tribuna sarebbe stata pronta ma, poi, per avere la completa disponibilità bisognava completare questo misterioso terzo stralcio. Che, secondo Castelli, era necessario per avere quella “piena agibilità che la nuova complicatissima normativa sulla sicurezza  degli stadi ha reso così complessa”. L’evidenza dei fatti oggi racconta tutta un’altra storia. Siamo quasi a fine giugno e ancora non è stata completata l’opera di sistemazione dei gradoni della tribuna.

In compenso, però, gli atti comunali ci hanno svelato in cosa consistono quegli interventi necessari  per ot­te­ne­re la va­li­da­zio­ne del Coni e ri­spet­ta­re la “com­pli­ca­tis­si­ma” nor­ma­ti­va sul­la si­cu­rez­za de­gli sta­di. Come emerge chiaramente dall’avviso “per manifestazione interesse da paret di operatori economici ad essere in­vi­ta­ti alla pro­ce­du­ra ne­go­zia­ta per l’af­fi­da­men­to dei la­vo­ri per le ope­re di com­ple­ta­men­to del­la nuo­va tri­bu­na est”, in esecuzione della determina n, 625 del 10 maggio 2017,  si tratta della realizzazione “de­gli spa­zi co­mu­ni a ser­vi­zio del­la tri­bu­na est, qua­li i tre per­cos­si di in­gres­so e di­stri­bu­zio­ne de­gli spet­ta­to­ri nel­la stes­sa, com­pren­si­vi dei bloc­chi dei ser­vi­zi igie­ni­ci po­sti al pia­no se­min­ter­ra­to e del­la zona del­lo spa­zio cal­mo; nel lo­ca­le de­di­ca­to ai Vi­gi­li del Fuo­co, nel pia­no se­min­ter­ra­to, con re­la­ti­vo cor­ri­do­io ester­no per l’ac­ces­so; nei lo­ca­li del pia­no ter­ra adi­bi­ti ad am­bu­la­to­rio e po­sto di po­li­zia”.

Altro che procedure complicatissime, stiamo parlando di interventi che rientrano a pieno titolo nella realizzazione della nuova tribuna est. Anche perché saremmo curiosi di capire altrimenti come si potrebbe accedere ai gradoni della tribuna stessa senza la presenza degli ingressi e delle scale… Siamo davvero ben oltre il limite del ridicolo, per giustificare l’ingiustificabile si spacciano come straordinari e complicatissimi interventi normali di routine. Il cui affidamento dovrebbe avvenire entro luglio (la procedura per la valutazione delle offerte è in atto).

Quindi è presumibile che entro la fine dell’anno anche quei lavori potranno essere completati. Allora, perché c’è il serio rischio che la tribuna sarà pronta solo per il campionato 2018-2019? Non è che ora, magari, spunta un nuovo e imprevisto quarto stralcio? Davvero non ci sono più termini per definire questa interminabile farsa per la quale è davvero riduttivo parlare di incapacità di programmazione. A completare lo sconfortante quadro c’è, poi, il fatto che né la nuova convenzione né il sindaco nulla dicono in merito al ripristino della copertura della tribuna ovest (la parte rimossa dopo il terremoto di gennaio) e al destino degli altri settori che necessitano di interventi (curva nord, curva sud).

A meno di improbabili novità, quindi, la nuova stagione agonistica dell’Ascoli ripartirà (per il terzo anno di fila) con un cantiere aperto da una parte, una tribuna  coperta… solo in parte (con l’inevitabile conseguenza che le poltroncine delle ultime fila non potranno certo essere vendute in abbonamento, a meno che con la tessera non vengano anche regalati un ombrello e un telo protettivo anti pioggia…), una curva sud con una visuale limitata (e che copre quella che fu la vera sud).

In pratica la “caricatura” di uno stadio di calcio, l’emblema dell’incapacità (almeno in questo campo) di questa amministrazione

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