Alloggi popolari? No, grazie!


Nel 2013 sindaco e assessori avevano promesso nuovi 300 appartamenti a prezzi convenzionati a Monticelli e Borgo Solestà per riportare le giovani coppie in città. Ma, 3 anni e mezzo dopo, nessuno di quegli interventi è stato realizzato e, addirittura, ora i fondi per 27 alloggi di edilizia popolare vengono utilizzati per completare la nuova tribuna est

L’obiettivo di arrestare l’emorragia di giovani che negli ultimi venti anni si sono allontanati da Ascoli per aver acquistato la propria casa lungo la vallata costituisce uno dei punti salienti del nostro programma. Grazie alla volontà espressa lunedì scorso dal consiglio comunale ai giovani ascolani verrà quindi dato modo di non fuggiredalla città o di rientrarvi potendo acquistare a prezzi competitivi”.

Così il sindaco Castelli, in una nota del maggio 2013, commentava l’approvazione dei due accordi di programma per l’edilizia agevolata a Villa Rendina di Monticelli e a Monterocco (Borgo Solestà). “I due accordi non vanno considerati mere varianti al vecchio piano – spiegava il sindaco – ma più correttamente doverose anticipazioni del nuovo strumento pianificatorio. A questo si aggiungano le positive implicazioni che i due investimenti potranno generare sul piano del rilancio delle attività edilizia e del lavoro con ricadute sicuramente positive sul piano economico ed occupazionale. La possibilità di costruire questi nuovi appartamenti genererà investimenti per milioni di euro che contribuiranno a creare nuovo lavoro. Insomma grazie all’approvazione di questi due importanti atti, possiamo affrontare con determinazione non soltanto il problema della casa per tante giovani coppie che non potevano permettersene una ma soprattutto vogliamo rimettere in moto, con l’edilizia, la nostra economia”.

Oltre 3 anni dopo si potrebbe dire che i giovani ascolani, se non vogliono fuggire dalla città, devono accontentarsi di andare (da luglio 2017, almeno si spera)… in tribuna est. Si perché quei due provvedimenti che dovevano essere considerati “anticipazioni del nuovo strumento pianificatorio” sono rimasti delle mere illusioni, così come i 300 appartamenti a prezzi convenzionati che dovevano sorgere a Monticelli e Borgo Solestà e che avrebbero dovuto riportare i giovani in città. E nei giorni scorsi il cerchio si è chiuso con la sconcertante decisione del sindaco e della giunta di “sacrificare”, a causa dell’imprevisto e incomprensibile aumento del costo dell’interminabile intervento per la nuova tribuna est dello stadio,  il mutuo da 828 mila euro per la realizzazione di 27 alloggi di edilizia popolare a Monticelli. La cui realizzazione slitterà al prossimo anno, almeno secondo quanto affermato dal sindaco Castelli.

Che, però, quell’intervento l’aveva già inserito nel piano opere pubbliche del 2015, spostandolo poi all’anno successivo (2016). Come accade spesso in queste situazioni, il primo cittadino, la cui decisione è stata duramente contestata anche dal Sunia (il sindacato inquilini), insieme all’assessore Lattanzi ha provato a “scaricare” le responsabilità su altri, in questo caso sull’Erap “Il rinvio del mutuo di 828.000 euro è unicamente dovuto al fatto che l’Erap non ha ancora completato il progetto” sostengono Castelli e Lattanzi.

Dichiarazioni che, però, appaiono in evidente contraddizione con quelle, fatte dal sindaco stesso, per giustificare la spesa aggiuntiva di 750 mila euro (appunto finanziata con il mutuo che doveva essere per i 27 alloggi) per la tribuna est. Spesa che, secondo il sindaco, non sarebbe assolutamente arrivata a sorpresa ma ampiamente prevista, visto che “il progetto per il riammodernamento dello stadio Del Duca si componeva di tre stralci” (ma in tutti gli atti comunali di questi 2 anni si parla sempre e solo di duestralci). Numero di stralci a parte, è chiaro che, se davvero il primo cittadino sapeva da tempo di dover utilizzare quel mutuo da 750 mila euro per lo stadio, allora c’è qualcosa che non torna, in una o nell’altra dichiarazione.

In ogni caso l’eventuale “concorso di colpa” dell’Erap non cancellerebbe e non attenuerebbe le gravi responsabilità dell’amministrazione comunale. Che tra decine e decine di alloggi popolari promessi e mai realizzati e il fantomatico “piano casa” rimasto solo una mera intenzione in questi anni ha alimentato illusioni, miseramente naufragate di fronte ai fatti concreti. “Ancora una volta – attacca in una nota il gruppo consiliare Pd – i due amministratori attuano il loro gioco preferito dello scaricabarile senza rispondere alla domanda che avevamo posto: dove sono finiti i soldi per gli alloggi popolari?

Stiamo ripercorrendo la storia, anzi sarebbe meglio dire la favola del Piano casa comunale inventata negli anni scorsi dalla coppia Castelli & Lattanzi. Una favola che purtroppo è terribilmente vera e che non ha nessun lieto fine come nelle migliori tradizioni delle narrazioni per bambini. Anzi sa di beffa per tante giovani coppie ascolane prese in giro per anni, circa la possibilità di tornare a vivere in città lasciando così i paesi limitrofi dove sono state costrette ad emigrare a causa dei costi delle abitazioni nel capoluogo piceno nell’ultimo ventennio”. Nella nota viene, poi, ricordato quando sindaco e assessore annunciarono con il solito stile sobrio che avrebbero riportato i giovani in città, sostenendo che, grazie al piano casa, sarebbero sorti 300 appartamenti a prezzi convenzionati alla fine di Monticelli e a Monterocco.

“Allorasi legge ancora – ripartì con vigore l’iter per arrivare all’approvazione delle varianti per Monterocco e Monticelli. Nel 2012 partono le conferenze dei servizi. E’ tutto pronto! Spunta anche il box vendite vicino ai terreni. Ma, come nelle favole, ecco fare capolino il lupo cattivo. Questa volta non è la Provincia, non è l’Erap, non è la Regione. La colpa è della crisi della ditta che deve fare gli appartamenti e che fallisce non pagando nemmeno il terreno ai proprietari che pure avevano redatto l’atto dal notaio. Stesso discorso per Monticelli dove le centinaia di alloggi a prezzi convenzionati restano sulla carta nonostante tutti i permessi a costruire ormai pronti” . D’altra parte, però, quei due interventi mancati, la loro imbarazzante storia ricalcano un clichè già visto e descritto per tante opere promesse e non realizzate o, nella migliore delle ipotesi, portate avanti tra incredibili ritardi.

Entrambi erano stati inseriti già nel programma opere pubbliche 2011, approvato insieme al bilanciodi previsione con delibera di Consiglio comunale n. 34 del 10 maggio 2011. L’anno successivo, dopo l’approvazione di altre due delibere riguardanti i due interventi (n.121 e n. 122 del 26 giugno 2012), il 22 novembre il Comune pubblica i relativi avvisi per l’avvio dei due programmi di intervento urbanistico. Per altro va anche sottolineato come dalla delibera n. 121 emerge che l’intervento per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale a Monticelli è addirittura datato 1998 e rientra nell’ambito del Programma di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sosetnibile (Prusst) promosso dal Comune di Ascoli.

Tornando all’iter dei due interventi, quello che riguarda Borgo Solestà viene poi inserito anche nel piano opere pubbliche per il 2012, riproposto nel 2013  e nel 2014, per poi scomparire dall’anno successivo. Quello di Monticelli, invece, dopo il 2011 non viene più riproposto nei programmi delle opere pubbliche degli anni successivi e, guarda il caso, ricompare invece nel 2015, proprio quando scompare l’altro.  Per completare il quadro bisogna aggiungere che, oltre ai due citati, altri interventi per la realizzazione di edilizia residenziale appaiono e scompaiono con sconcertante frequenza dagli atti e dai programmi dell’amministrazione comunale.

Infatti nel piano triennale  opere pubbliche 2013-2015, per la seconda annualità (2014) viene proposto l’intervento di completamento di un edificio a corso Mazzini da destinare poi ad edilizia residenziale. Riproposto nel successivo piano triennale (2014-2016), sempre per la seconda annualità (2015), scompare definitivamente nel piano triennale dell’anno successivo (2015-2017). Dove, però, per la prima annualità (2015) compare un nuovo intervento, il completamento del recupero di un edificio in via Manila (zona San Tommaso) da destinare ad edilizia residenziale. Che, l’anno successivo, viene riproposto nel piano triennale 2016-2018 ma per la seconda annualità, cioè per il prossimo anno (2017).

In attesa di vedere i prossimi mesi se, nel nuovo programma triennale di opere pubbliche, proseguirà l’imbarazzante girandola, la situazione appare sin troppo chiara. Il piano casa, l’edilizia residenziale tanto decantati in realtà non interessano minimamente all’amministrazione comunale. Come dimostra inequivocabilmente il fatto che nel nuovo piano regolatore approvato nei mesi scorsi, che pure prevede un’ulteriore espansione edilizia di ben 850 mila metri cubi, incredibilmente non ci sono aree destinate all’edilizia residenziale pubblica. Superfluo aggiungere altro

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