L’Ascoli spreca l’occasione e si prepara ad affrontare un trittico di fuoco
Contro il Benevento non basta un’ora di superiorità numerica per centrare il terzo successo, su tre partite, con Breda in panchina. I bianconeri continuano a non subire gol ma confermano le difficoltà offensive, accentuate in questo caso anche dalle assenze
Poteva essere l’occasione per spiccare il volo e allontanarsi in maniera rassicurante dalla zona playout. Non capita spesso di giocare per circa un’ora in superiorità numerica, per giunta dopo una prima mezzora difficile. L’Ascoli, però, non ha scartato il regalo che gli hanno fatto in comproprietà l’arbitro Cosso e il giocatore del Benevento Improta, il primo sin troppo fiscale (soprattutto in occasione del primo giallo, sinceramente apparso decisamente esagerato), il secondo davvero molto ingenuo (perché con un giallo già sul groppone è insensato rischiare così tanto in un’azione innocua a centrocampo), e alla fine si è dovuto accontentare dello 0-0. Che allunga la serie di partite senza subire gol e porta comunque ad un bottino più che positivo per Breda, con 7 punti in 3 partite.
Proprio sulla solidità difensiva dovrà puntare l’allenatore bianconero per raggiungere al più presto la tranquillità in classifica: Perché la partita con il Benevento ha confermato in maniera sin troppo evidente i limiti di questa squadra in fase offensiva. Certo, contro i giallorossi mancavano Forte e Gondo, assenze importanti a cui, all’ultimo minuto, si è aggiunta anche quella di Marsura. E chi è stato chiamato a sostituirli ha dimostrato di non essere all’altezza, soprattutto Ciciretti, autore dell’ennesima prestazione molto negativa, mentre quanto meno Pedro Mendes ci ha messo voglia e impegno (ma ha sbagliato un gol clamoroso). Però il problema offensiva va oltre la qualità dei singoli attaccanti ed è soprattutto da ricercare in un centrocampo che, per composizione e per caratteristiche dei centrocampisti bianconeri, non ha spiccate attitudini offensive.
Non c’è nessuno in grado di verticalizzare velocemente, così come non c’è nessuno in grado di garantire alle punte gli adeguati rifornimenti, manca anche un centrocampista in grado di supportare l’attacco con i suoi inserimenti. O meglio, in teoria ci sarebbe pure, il problema è che il Proia visto fino ad ora in bianconero non è neppure il lontano parente di quello ammirato qualche anno fa a Cittadella (autore in una stagione, playoff compresi, di 9 gol), oltre ad avere una condizione fisica del tutto inadeguata. Discorso a parte merita il giocatore che in queste 3 partite ha schierato dall’inizio dietro le punte, Falzerano. Che non ha propriamente le caratteristiche tipiche del trequartista e che fino ad ora è indiscutibilmente una delle grandi delusioni della stagione dell’Ascoli.
In realtà contro il Benevento si è dato molto da fare e, probabilmente, ha disputato la sua migliore prestazione in bianconero, anche se non è stato (e non potrebbe esserlo) decisivo come si richiede a chi interpreta quel ruolo. Con gli avversari in 10 dopo 35 minuti, un maggiore supporto offensivo era lecito attenderselo dagli esterni, nelle prime 2 partite con Breda molto attenti soprattutto alla fase difensiva. Però a destra Adjapong già sul finire del primo tempo ha avvertito i primi sintomi di quel problema fisico che, poi, ad inizio ripresa lo hanno costretto ad alzare “bandiera bianca” (e Dona che è entrato al suo posto è stato sin troppo timido), mentre a sinistra Falasco, soprattutto nella ripresa, ha spinto molto, peccando quasi sempre di precisione nei cross, cosa insolita per un giocatore che in genere con il suo sinistro sa essere molto efficace e preciso. C
osì alla fine ancora una volta un minimo di vivacità e pericolosità in più l’ha portata Dionisi, inserito a metà ripresa pur se non ancora in perfette condizioni fisiche. Poi nel recupero la partita stava per risolverla Simic che Breda ha messo in campo nel finale nell’insolito ruolo di centravanti. Fino a che le due squadre sono rimaste in parità numerica, qualcosa in più l’aveva fatto il Benevento. Che, nonostante si fosse presentato al Del Duca falcidiato dalle assenze (ben 8 assenti), con coraggio e personalità aveva provato sin dalle prime battute a fare la partita.
Ma in questo modo la formazione di Stellone lasciava ampi spazi alle ripartenze dell’Ascoli che stava per approfittarne subito, dopo un paio di minuti, con una rapida ripartenza conclusa con un perfetto assist di Collocolo per Pedro Mendes che, però, incredibilmente a porta vuota ha mandato alto. Gettato al vento il possibile immediato vantaggio, nei minuti successivi l’Ascoli ha rischiato in un paio di circostanze di finire sotto, con Leali bravissimo prima a deviare in uscita su Lagumina (ben lanciato da Tosca), poi a distendersi sulla sua destra per togliere dall’angolino una violenta conclusione dai 20 metri di Acampora. Come anticipato, a cambiare la partita è stato poi il secondo giallo ad Improta, con il Benevento che si è tirato indietro, cercando soprattutto di chiudere gli spazi.
L’Ascoli ha faticato non poco a rendersi pericoloso, anzi ad inizio ripresa ha rischiato ancora su una punizione dalla trequarti e l’inserimento di El Kaouakibi che, dal limite dell’area piccola, non è riuscito a concludere in porta, anche grazie alla solita chiusura di Botteghin. L’ingresso di Dionisi a metà ripresa ha cambiato un po’ la situazione, con i bianconeri che nell’ultima parte di gara hanno costruito qualche occasione per vincere. Proprio Dionisi si è reso pericoloso con un colpo di testa non forte ma molto ben indirizzato sul quale Paleari è stato bravo ad allungarsi per respingere. Le due opportunità migliori sono, però, capitate, a Collocolo che, però, prima ha concluso troppo debolmente, poi, dal dischetto del rigore, ha sparato alto.
Nel recupero, poi, il colpo di testa di Simic respinto dalla traversa che ha così negato il tris vincente a mister Breda. Che da questa partita ha avuto la conferma che l’assetto difensivo è quello giusto, mentre in avanti si continua a faticare tantissimo. E di soluzioni alternative non ce ne sono tantissime, anche se con il ritorno a pieno regime di Dionisi un pochino la situazione potrebbe migliorare. Resta però la sensazione, sempre più corroborata dai fatti, che giocatori come Ciciretti, Lungoyi, gli stessi Pedro Mendes e Falzerano non siano in grado di incidere in alcun modo.
Per quanto concerne la classifica il pareggio serve all’Ascoli a mantenersi equidistante sia dalla zona playout che da quella playoff (entrambe a 4 punti). Ora, però, è in arrivo un trittico di partite che potrebbero dire molto su cosa potranno aspettarsi i tifosi bianconeri per il finale di stagione. Si parte già mercoledì con il turno infrasettimanale a Modena contro la formazione di Tesser che è 2 punti avanti rispetto ai bianconeri (e a 2 punti dai playoff). I canarini esprimono un gran bel calcio, sono una squadra molto temibile (sabato hanno perso immeritatamente a Reggio Calabria) e trovano con estrema facilità il gol, tanto che solo Frosinone e Bari hanno segnato di più. Al tempo stesso, però, concedono molto, visto che con i 36 gol incassati hanno fatto meglio solo di Cosenza e Brescia (le ultime due della classe).
Domenica, poi, arriva al Del Duca il Bari che è ancora pienamente in corsa per la promozione diretta, al terzo posto a 3 punti dal Genoa. La settimana successiva, poi, difficilissima trasferta in casa di quel Cagliari che neppure con Ranieri è riuscito a spiccare il volo ma che resta una delle formazioni con la rosa più forte del campionato e, soprattutto, con la necessità di fare punti per assicurarsi almeno la zona playoff. Sarà fondamentale fare un po’ di punti per arrivare al meglio alla doppia sfida casalinga con Venezia e Brescia che, se le cose non dovessero andare nel senso sperato nelle prossime tre gare, diventerebbero due delicatissimi scontri diretti in chiave salvezza.