Un super Botteghin, la mano di Breda e un pizzico di fortuna: l’Ascoli concede il bis e risale


A Parma seconda vittoria su due partite con in panchina Breda che stravince il confronto con Pecchia, anche grazie alle scelte “cervellotiche” dell’allenatore dei ducali. A rovinare parzialmente la gioia per il successo la notizia della scomparsa di Ilaria Castagner

Prima di tutto Eric Botteghin. Poi i ritrovati guizzi di Gondo e la conferma della grande applicazione e della giusta determinazione della squadra. Sicuramente la mano di Breda ma, per certi versi, ancora di più quella di Pecchia. E naturalmente una buona dose di fortuna. Sono questi i fattori che hanno determinato la preziosissima vittoria dell’Ascoli a Parma, la seconda su die partite con in panchina Breda. Che sicuramente ha stravinto il confronto con Pecchia, in parte per suoi meriti ma, soprattutto, per i grandi demeriti dell’allenatore dei padroni casa. Che tra il primo e il secondo tempo è andato completamente in tilt e ha deciso di stravolgere una squadra che nel primo tempo non aveva certo brillato ma che, in sostanza, aveva fatto la gara e, per le occasioni create, avrebbe anche meritato di andare a riposo in vantaggio.

In particolare incomprensibile il cambio di Charpentier con Sohm che ha lasciato il Parma senza un vero attaccante centrale. Una mossa “suicida”, un triplo autogol innanzitutto perché l’ex Reggina, pur avendo fallito una clamorosa occasione, comunque stava impegnando la difesa bianconera. Poi perché al suo posto Pecchia ha avanzato Vasquez come finto centravanti, togliendo peso e pericolosità al Parma. Infine perché l’argentino è sin troppo evidente che non gradisce quel ruolo e, per altro, toglierlo dalla trequarti, dove con Bernabè stava creando grossi problemi all’Ascoli, è stato un autentico favore per i bianconeri.

Non a caso nella parte finale di gara, quando l’allenatore dei ducali ha inserito un vero centravanti come Inglese (proprio al posto di Sohm) e ha riportato Vasquez nel suo ruolo naturale, il parma ha messo alle corde l’Ascoli, sfiorando ripetutamente il pareggio. Molto più lineari e logiche, invece, le scelte di Breda che ha riproposto lo stesso undici iniziale schierato contro il Perugia, compreso Falzerano trequartista che per 55 minuti ha vagato per il campo, esattamente come domenica scorsa. Poi all’improvviso si è acceso servendo a Gondo (che ha tirato addosso a Buffon) un assist che meritava miglior sorte e che è stata la prima giocata degna di rilievo di tutto il suo campionato.

Quella, di fatto, è stata la prima vera azione costruita dai bianconeri che nel primo tempo si erano limitati a contenere le offensive dei padroni di casa, senza mai neppure provare a proporre qualcosa in avanti. Anche perché con i due esterni, Falasco a sinistra e Adjapong a destra, che nei primi 45 minuti non hanno mai superato la metà campo (e nell’arco di tutta la partita l’avranno fatto complessivamente un paio di volte…), Buchel bloccato davanti alla difesa, Caligara preoccupato di aiutare difensivamente Falasco a sinistra (e Falzerano praticamente come se non ci fosse), le due punte per tutto il primo tempo sono state abbandonate a se stesse, con il solo Collocolo che, con qualche sortita personale, ha provato a dargli una mano.

Se in fase offensiva di fatto nella prima frazione l’Ascoli non è esistito, in fase difensiva sostanzialmente i bianconeri hanno retto, guidati da uno strepitoso Botteghin, anche se il Parma ha avuto 4 opportunità per passare nei primi 45 minuti. A proposito del centrale brasiliano, un giocatore così è quasi illegale in serie B. Sta disputando un campionato sontuoso, ma sabato al Tardini ha sfoderato una prestazione da cineteca. Fatta di anticipi, chiusure, pressione continua sugli attaccanti avversarie, recuperi, con la ciliegina sulla torta di 3 gol salvati (l’ultimo in pieno recupero). A fianco a lui buona prestazione di Bellusci che, dopo una sbavatura iniziale (costata il giallo a Buchel), non ha praticamente sbagliato più nulla.

Nel complesso è stata una partita molto particolare, con un primo tempo giocato a ritmo blando e una ripresa più palpitante. L’avvio è stato davvero al rallentatore, con i primi 20 minuti giocati a ritmo da amichevole e con tanti errori. Poi, all’improvviso, si è acceso Bernabè, il migliore per qualità e continuità dei suoi, con un’azione personale conclusa con un violentissimo sinistro dal limite, deviato in tuffo da Leali. La prima occasione creata ha dato vigore ai padroni di casa che per un quarto d’ora hanno messo in difficoltà l’Ascoli che ha stretto i denti e ha resistito. Grazie all’errore clamoroso di Charpentier che, dal limite dell’area piccola, ha incredibilmente messo a lato un pallone che doveva solamente essere spinto in rete.

Pochi minuti dopo è stato prima il palo a salvare i bianconeri sul tiro cross di Estevez, poi Botteghin che ha compiuto il primo miracolo di giornata, respingendo la conclusione a colpo sicuro di Charpentier. Proprio in chiusura di tempo altro salvataggio provvidenziale, questa volta di Caligara, su una conclusione da dentro l’area di Vazquez destinata all’angolino basso.

In avvio di ripresa, come detto, i cambi “folli” di Pecchia che hanno mandato in tilt il Parma, con l’Ascoli prontissimo e cinico ad approfittarne. Gondo è diventato il grande protagonista, prima fallendo un gol che sembrava fatta, poi sfruttando la clamorosa ingenuità di Balogh per conquistarsi il rigore, che poi ha realizzato con precisione. Il Parma ci ha messo un po’ prima di reagire, anche se a metà ripresa ancora Bernabè, con una punizione magistrale, ha scheggiato la traversa. Solo nell’ultimo quarto d’ora, dopo i nuovi cambi di Pecchia, i padroni di casa hanno chiuso i bianconeri nella propria trequarti, alla ricerca del pareggio. Un vero e proprio assedio, con l’Ascoli che più volte è sembrato sul punto di cadere ma che, in un modo o in un altro, si è sempre salvato.

Grazie soprattutto ad un incredibile Botteghin che prima ha chiuso su Vasquez pronto a concludere dal dischetto del rigore, poi, dopo il terzo legno di giornata dei ducali (colpo di testa di Inglese da due passi sulla traversa), in pieno recupero togliendo dalla porta un colpo di testa di Valente che aveva superato Leali. Considerando gli altri risultati di giornata e la classifica, è una vittoria quanto mai fondamentale perché permette all’Ascoli di mantenere un minimo di distanza di sicurezza dalla zona playout (4 punti). In teoria sarebbe più vicina la zona playoff ma davanti ci sono ancora diverse squadre e, soprattutto, è bene restare con i piedi per terra, innanzitutto perché i bianconeri sono attesi da un calendario complicato.

Per altro se le due vittorie con Breda in panchina sono un “toccasana”, sarebbe fuorviante pensare che improvvisamente tutti i problemi sono stati risolti. Di sicuro la squadra ha ritrovato determinazione, compattezza e il necessario cinismo per sfruttare ogni occasione. Al tempo stesso, però, restano le difficoltà in fase di costruzione del gioco e l’incapacità di rifornire le punte. E qualcosa c’è comunque da sistemare anche in fase difensiva perché alla fine, al tirare delle somme, il Parma alla fine ha avuto diverse opportunità per segnare.

In ogni caso le due vittorie consentono a Breda e ai bianconeri di presentarsi nelle migliori condizioni possibili alla sfida di domenica prossima con il Benevento molto importante, perché se arrivasse il tris le paure sarebbero un brutto ricordo e si potrebbe aprire un finale di campionato del tutto inatteso.

A rovinare parzialmente la gioia per questa nuova rinascita dell’Ascoli, proprio poco dopo il termine della partita del Tardini è arrivata la notizia della scomparsa di Ilario Castagner che guidò l’Ascoli a due salvezze in massima seria, in particolare quasi insperata quella nella stagione 1986-87 quando prese i bianconeri che erano ultimi con 8 punti in classifica e, per quasi tutti, praticamente spacciati. Per altro, pochi giorni il suo approdò sulla panchina, Castagner guidò l’Ascoli alla conquista di una storica Mitropa Cup, con la vittoria in finale al Del Duca contro il Bohemians Praga (1-0 gol di Bonomi a 4 minuti dalla fine).

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