Luci e ombre di un mercato dell’Ascoli difficile da decifrare


Sicuramente utili Proia a Forte, a patto che Bucchi riesca a trovare la giusta collocazione in un centrocampo non facile da assemblare per il primo e sfruttare al meglio le caratteristiche del secondo. Grandi perplessità su Sidibè e Marsura, rammarico per l’addio di Bidaoui

Si è chiuso tra dubbi e perplessità, provocati da scelte non facilmente comprensibili, il mercato di gennaio dell’Ascoli. Come sempre sarà poi il campo a parlare e a stabilire se determinate operazioni hanno prodotto gli effetti sperati o meno. Di certo, però, pur con tutti gli sforzi possibili e immaginabili e facendo un’incondizionata e immotivata professione di fede nei confronti della società bianconera è davvero difficile comprendere il senso di qualche partenze e, ancora più, di qualche arrivo. Detto, per onestà, che quello di gennaio è un mercato solitamente molto complicato, soprattutto per società come l’Ascoli che non hanno un’illimitata capacità di spesa, nel quale non è affatto semplice trovare i giocatori giusti per rafforzare concretamente la squadra, sulla carta era andata decisamente meglio lo scorso anno.

Quando gli arrivi di gennaio risultarono decisivi nella crescita e nei conseguenti risultati dei bianconeri, con alcuni di quegli acquisti (Bellusci, Falasco, Tsadjou) determinati nella cavalcata verso i playoff. Naturalmente c’è la speranza che qualcosa di simile possa accadere quest’anno, anche se onestamente i presupposti sono molto differenti. Perché sulla carta il mercato di gennaio dell’Ascoli non può certo essere considerato deludente ma non sembra tale da far cambiare radicalmente il volto ad una squadra che, lo dicono i numeri, è in palese difficoltà. Per altro le perplessità si amplificano in considerazione del mercato delle altre squadre di serie B, alcune delle quali sulla carta escono decisamente rinforzate, con il Cosenza ultimo in classifica (ma a soli 5 punti dall’Ascoli) che ha rivoluzionato la rosa.

Nel complesso la sensazione finale è che siano state solo parzialmente sanate le carenze e le emergenze della squadra emerse con chiarezza in tutto il girone di andata (e in questo avvio di ritorno). Che riguardavano soprattutto il centrocampo e il reparto avanzato, con la necessità di completare la rosa da un punto di vista quantitativo e qualitativo. In altre parole ai bianconeri serviva, oltre a qualche giocatore di categoria in più in mezzo al campo, un attaccante da area di rigore, in grado di garantire un buon numero di gol, ma anche chi sia in grado di verticalizzare, di saltare l’uomo e di servire adeguatamente gli attaccanti che fino ad ora, al di là dei limiti del reparto, devono ingegnarsi da soli e raramente ricevono rifornimenti adeguati.

Le ultime partite hanno, poi, fatto emergere un problema sulla fascia dove Bucchi ha a disposizione Adjapong e Donati. Ma il primo, ad eccezione della partita di Ferrara, continua a deludere inanellando prestazioni imbarazzanti, mentre il secondo sembra non godere della stima dell’allenatore. Perché se Adjapong resta in campo per tutta la partita a Terni e praticamente quasi fino alla fine contro il Palermo, dopo prestazioni semplicemente indecenti, allora è chiaro che Bucchi non considera Donati una valida alternativa (anche se quando è stato schierato non ha poi così demeritato).

Alla fine si può dire che quantitativamente il centrocampo ora è a posto, con l’arrivo di Proia che sicuramente è giocatore di categoria, anche se ha la necessità di ritrovare al più presto una condizione accettabile, così come l’attacco bianconero può ora avvalersi di un vero attaccante di area di rigore, che “vede” la porta (almeno stando ai numeri degli anni passati) e che ha impiegato pochi minuti per confermarlo. Quanto i due potranno concretamente essere utili alla causa dipenderà non solo dalla loro condizione fisica e dalla capacità di adattarsi con rapidità alla squadra ma anche da come Bucchi vorrà utilizzarli e sarà in grado di sfruttare al meglio le caratteristiche tecniche dei due giocatori.

Il problema riguarda soprattutto Proia che non è certo un centrocampista di manovra ed ama soprattutto inserirsi più che palleggiare, non sempre diligente in copertura. Probabilmente all’Ascoli serviva di più un centrocampista che contribuisse a migliorare e a velocizzare il palleggio e, magari, in grado anche di verticalizzare. Il primo parzialissimo responso del campo, la partita con il Palermo, ha evidenziato che così come è stato schierato contro i rosanero, con Buchel centrale e Collocolo e Proia ai lati, il centrocampo bianconero è poco sostenibile ed espone troppo la squadra alle ripartenze degli avversari, soprattutto se Bucchi schiera Collocolo e Proia molto larghi.

Magari è solo un problema di condizione e, soprattutto, di trovare il giusto affiatamento ma le caratteristiche dei Collocolo e Proia, entrambi portati ad andare sempre in verticale, il primo palla al piede, il secondo con rapidi inserimenti, fanno pensare che mal si sposano perché espongono il centrocampo bianconero alle ripartenze degli avversari e costringono Buchel a sobbarcarsi un lavoro enorme ed improbo in fase di chiusura. Quanto a Forte per sfruttare al meglio le sue caratteristiche è fondamentale che la squadra riesca a rifornirlo adeguatamente e che arrivino palloni giocabili in area, non solo da calci piazzati. Discorso più complesso per gli ultimi due arrivati, Sidibé e Marsura, che con tutti gli sforzi che si possono fare (e sperando vivamente di sbagliare) si fatica a capire in che modo possono essere concretamente utili alla squadra.

Il primo è un trequartista/centrocampista offensivo ventenne di scuola Atalanta, nella prima parte di stagione al Cosenza dove ha giocato appena 18 minuti, a prescindere da tutto il resto di difficile collocazione nell’Ascoli di Bucchi. Marsura è un 28enne che può giocare seconda punta o trequartista, con scarsa propensione al gol (lo dicono i numeri) e, a parte un anno a Carpi, una vita da rincalzo in serie B. Nella prima parte della stagione era a Modena dove ha collezionato 10 presenze, 2 da titolare e poi solo brevi spezzoni di partita (complessivamente 260 minuti), con un gol all’attivo. Non vede il campo praticamente da 2 mesi (8 dicembre 2022, un quarto d’ora scarso contro il Venezia) e a sua volta di difficile collocazione nell’attuale scacchiere bianconero.

Nelle poche occasioni in cui ha messo piede in campo, mister Tesser a Modena lo utilizzava come unico trequartista dietro le due punte (nel 4-3-1-2) o come uno dei due trequartisti dietro l’unica punta (nel 4-3-2-1). Moduli che con l’attuale rosa a disposizione dell’Ascoli appaiono improponibili, soprattutto per i rischi che comporterebbe, con i difensori a disposizione, tornare ad una difesa a 4. Ed allora inevitabilmente nel 5-3-2 di Bucchi l’unico possibile utilizzo per Marsura è come uno dei due attaccanti, con la consapevolezza, però, che Forte, Dionisi, Gondo e anche Pedro Mendes inevitabilmente gli sono davanti.

Per altro a rendere ancora più incomprensibile questo doppio colpo di mercato è che Sidibè, potenzialmente un giovane su cui magari puntare per il futuro, arriva in prestito, mentre Marsura a titolo definitivo. In un attacco numericamente sufficientemente affollato, sarebbe servito di più un giocatore con determinate caratteristiche, rapido e in grado di saltare l’uomo, magari con una discreta propensione anche a “vedere” la porta. In altre parole un giocatore… alla Bidaoui che invece ha salutato l’Ascoli (insieme a Salvi, Baumann, Fontana, Fabbrini e Iliev) per approdare al Frosinone capolista. Era prevedibile che accadesse, visto che Bucchi non lo ha mai “visto” e che di fatto da ormai un po’ di tempo era ai margini della squadra, nelle ultime partite neppure convocato.

Ciò non toglie che restano molte perplessità sull’opportunità di privarsi di un giocatore con caratteristiche simili, di cui l’Ascoli avrebbe invece tanto bisogno, accresciute dal fatto che Bidaoui sia poi finito nella squadra prima classifica, dopo essere stato inseguito da altre formazioni della serie B che lottano per la promozione e che, evidentemente, ritengono il 32enne marocchino, considerato inutile da Bucchi, un rinforzo utile nella corsa verso la serie A.

Nel complesso la sensazione che resta, sperando sempre il campo poi la smentisca, è che questo mercato possa esser sufficiente, se non si commettono errori clamorosi, a garantire una salvezza più o meno tranquilla, ma difficilmente a centrare l’obiettivo sempre dichiarato da Pulcinelli di migliorare quanto fatto la scorsa stagione

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