Ritiro “bollente” per l’Ascoli tra selfie e improvvisi “colpi di sole”
Il selfie con Cacia rischia di costar caro a Giorgi. Il dg Giaretta smentisce che il capitano sia fuori rosa ma afferma che “Giorgi ha commesso un’ingenuità, dovremo parlare con lui e con il suo agente”. Ma i tifosi si schierano con il bomber e il capitano e cresce la tensione
Bisogna riconoscere un grande merito all’Ascoli Picchio in questa caldissima (sotto ogni punto di vista) estate. Non capitava da tempo di sentirci come degli ingenui ragazzotti che sognano un lieto fine, l’happy ending. Lo ammettiamo, nei giorni scorsi vedendo i selfie, non solo di Giorgi, ma anche di altri giocatori dell’Ascoli con Daniele Cacia, vedendo il rapporto che lega il bomber con i suoi compagni di squadra, ammettiamo che per un attimo abbiamo pensato che ci fosse ancora la possibilità di vedere Cacia in bianconero nel prossimo campionato, che la società potesse rendersi conto di quanto potrebbe essere importante in campo e fuori dal campo per una squadra tutta da scoprire.
Per questo ci sentiamo sentiti dei poveri ingenui nell’apprendere la notizia che quel selfie potrebbe incredibilmente costare caro a Giorgi, con una parte della stampa che ha addirittura paventato che il capitano bianconero potrebbe essere messo addirittura fuori rosa, dando comunque per scontata la sua partenza. Saranno improvvisamente impazziti i giornalisti sportivi locali, abbiamo pensato, figuriamoci se una società con un minimo di credibilità può prendere certe decisioni per un selfie su Instagram, con la scritta “Il Pomper è per sempre” con tanto di cuoricino, assolutamente innocente.
Poi abbiamo ascoltato le parole del dg Giaretta è abbiamo compreso che qualcun altro è vittima di un colpo di sole. “Giorgi ha commesso un’ingenuità, non è assolutamente fuori rosa ma dovremo parlare con il ragazzo e il suo agente” ha affermato Giaretta che poi, con “invidiabile” coerenza ha anche sostenuto che “la presenza di Cacia in ritiro non è un problema, si comporta bene e si allena bene”. Chissà se il direttore generale avrà avuto modo di riascoltare la sua intervista, se l’ha fatto non abbiamo dubbi che avrà pensato anche lui “ma cosa ho detto?”.
Perché se Cacia, quello che si è fatto il selfie “galeotto” con Giorgi, non è un problema allora di cosa stiamo parlando? Ma, soprattutto, quale sarebbe l’ingenuità che ha commesso il capitano bianconero? Quella di aver reso omaggio ad un suo compagno di squadra con cui ha lottato e conquistato insieme due soffertissime salvezze, con il quale era evidentemente legato, con il quale aveva un evidente feeling? E di cosa mai dovrà parlare la società con lui e con il suo agente?
Siamo alle comiche, anzi, alla farsa. Già nella conferenza stampa delle settimane scorse il presidente Bellini non era stato molto tenero con Giorgi, pur se alla fine aveva fatto capire che il capitano bianconero sarebbe rimasto. Poi per carità, la società ha tutto il diritto di cambiare idea, di pensare che Giorgi non debba far parte del progetto tecnico della prossima stagione. Ma se così fosse lo si dica chiaramente senza cercare certe improbabili giustificazioni.
Se poi Giaretta e la società stanno parlando seriamente, se davvero ritengono in qualche modo offensivo per la società stessa quel selfie (e allora quelli di Cacia con altri giocatori no?) sarà il caso di iniziare a preoccuparsi perché davvero vuol dire che si sta perdendo la bussola. L’avevamo scritto la scorsa settimana (“Ascoli Picchio falsa partenza”) che se ancora il giocattolo non si era rotto, il rischio che ciò potesse accadere era abbastanza concreto. E, dopo una settimana, quel rischio sembra sempre più destinato a diventare realtà. Basta leggere le reazioni dei tifosi ed il clima che si respira intorno alla squadra.
Se qualcuno prova a buttarla sull’ironia, postando su facebook la foto di Bellini tra Cacia e Giorgi con sotto scritto “Clamoroso ad Ascoli! Bellini si ricorda di essersi fatto un selfie con Cacia e Giorgi e si mette sul mercato”, sono sempre più numerosi i tifosi che iniziano a manifestare in maniera anche evidente i dubbi sul presidente e sulla nuova società. E, pur comprendendo il senso di sbigottimento della tifoseria, è comunque opportuno ricordare sempre che, senza l’intervento di Bellini, ora probabilmente la gloriosa storia dell’Ascoli sarebbe terminata o, comunque, avrebbe preso ben altra piega.
A maggior ragione bisogna riflettere in una settimana in cui praticamente metà del calcio marchigiano di fatto scompare, con la mancata iscrizione in serie D sia dell’Ancona che, probabilmente, della Maceratese. E’ giusto ricordarlo, pur comprendendo che, dopo la difficile stagione scorsa, non era certo auspicabile un inizio di nuova stagione così difficile e così pieno di incognite. Certo, la società ha tutto il diritto di fare le proprie scelte e di portare avanti con convinzione i propri programmi tecnici.
I tifosi sognavano una squadra guidata da un allenatore di livello, con giocatori che potessero far maturare qualche ambizione, con Giorgi e Cacia in campo. La società ha invece deciso di puntare in panchina su un’inedita coppia tutta da scoprire, con una rosa al momento con più incognite che certezze (manca ancora un po’ per la fine del mercato ma al momento la squadra è decisamente inferiore a quella dello scorso anno), con Cacia fuori dal progetto e Giorgi che presto potrebbe seguirlo. Il tutto senza dimenticare che ancora non c’è l’assoluta certezza che rimanga Favilli, indiscutibilmente il pezzo pregiato della squadra.
La tensione c’è ed inevitabile, anche se il dg Giaretta si dice molto fiducioso. Magari, ovviamente c’è da sperarlo, avrà ragione lui, sicuramente l’Ascoli saprà farsi valere in campionato. Però per averne la conferma bisognerà aspettare fine agosto e in tutto questo periodo il rischio che la situazione diventi ancora più difficile e tesa è concreto. Per questo da un lato sarebbe opportuno chiedere un po’ più di pazienza ai tifosi, di aspettare almeno per vedere quale potrà essere il reale valore della squadra.
Dall’altro, però, da parte della società sarebbe auspicabile una maggiore chiarezza, meno sofismi e, soprattutto, meno “colpi di testa” come l’incomprensibile ed esagerata reazione di fronte ad un semplice selfie.