Dalla piscina al rugby, viaggio tra i misteri dello sport cittadino


Mentre ancora non si riesce a fare a chiarezza sui tanti dubbi sul bando per la piscina comunale, con il Comune che non risponde neppure agli appelli delle società di nuoto cittadine, esplode il caso per il contributo e i costi per la partita di rugby Italia – Samoa.  

Mentre non accenna a diradarsi la nebbia intorno alla vicenda sull’affidamento della gestione della piscina comunale (anzi, nuovi elementi alimentano ulteriori dubbi e perplessità), il mondo dello sport cittadino è scosso da una nuova polemica e da una nuova vicenda piena di misteri. Questa volta protagonista è il rugby ed in particolare la partita della nazionale azzurra contro il Samoa disputata al Del Duca l’8 novembre 2014.

Secondo quanto riportato da un quotidiano locale, il Comune di Ascoli non avrebbe mai versato alla federazione rugby italiana il contributo di 25 mila euro che si era impegnato a corrispondere appunto per il test match che si disputò al Del Duca. Tanto che la federazione stessa, stanca di aspettare, nell’ultimo Consiglio federale della settimana scorsa avrebbe deciso di mettere definitivamente in perdita il contributo. Da quanto si apprende l’impegno di versare un contributo complessivamente di 50 mila euro per portare l’Italia nel territorio piceno era stato preso congiuntamente dal sindaco di Ascoli Castelli e da quello di San Benedetto Gaspari.

Solo che, mentre quest’ultimo avrebbe effettivamente versato la sua parte, il primo cittadino del capoluogo piceno non l’avrebbe mai fatto. Al punto che ora i revisori dei conti della federazione hanno definitivamente preso atto del mancato versamento, mentre la federazione stessa si appresterebbe a cancellare Ascoli e il Del Duca dalle possibili sedi per i prossimi impegni della Nazionale. Una vicenda, se confermata, poco edificante per l’immagine di Ascoli e della sua amministrazione comunale ma che, oltretutto, presenta non pochi aspetti ambigui. A partire dal fatto che del  presunto contributo di 25 mila non c’è traccia in nessun atto ufficiale del Comune, neppure nella determina per l’impegno di spesa per l’evento.

Difficile pensare che si tratti di un’invenzione della federazione rugby, anche perché il Comune di San Benedetto e il sindaco Gaspari hanno versato la loro parte e, a quanto risulta, i revisori dei conti della federazione parlano di un impegno preso dai due sindaci con una lettera congiunta. Allora, se non si tratta di una clamorosa “cantonata” presa dalla federazione, c’è da chiedersi per quale motivo il primo cittadino ascolano non ha mantenuto fino ad ora l’impegno preso. Sulla vicenda, sempre attraverso le pagine di quel quotidiano, è intervenuto l’assessore allo sport Brugni che, però, non ha certo contribuito a fare chiarezza e, anzi, ha finito per alimentare nuovi dubbi e perplessità.

Noi abbiamo speso 30 mila euro in servizi per il supporto all’organizzazione dell’evento” afferma dalle pagine di quel quotidiano Brugni che, però, nulla dice riguardo il presunto contributo promesso e non versato. Il problema è che la cifra citata da Brugni non corrisponde assolutamente a quanto emerge dagli atti. Infatti secondo la determina n. 2137 del 4 novembre 2014 “Test match internazionale di rugby Italia – Isole Samoa, Ascoli Piceno 8/11/2014. Impegno di spesa” il Comune per quell’evento ha impegnato complessivamente meno di 17 mila euro (16.899 euro per l’esattezza), poco più della metà di quanto sostenuto dall’assessore. Che, magari, a 2 anni di distanza da quell’evento ha ricordi leggermente nebulosi.

E, a proposito di nebbia, continua ad essercene ancora tanta intorno alla vicenda del bando per la gestione della piscina comunale che sta tenendo banco dall’inizio dell’estate. Mentre siamo ancora in attesa della famosa conferenza stampa di presentazione dell’innovativo progetto, annunciata una prima volta ad inizio agosto, poi nel comunicato stampa del 6 settembre scorso (dove si parlava di presentazione alla cittadinanza “nei prossimi giorni”), mercoledì 14 settembre è stata finalmente pubblicata sull’albo pretorio on line del Comune la determina n. 1216 del 1 settembre con la quale si procede all’affidamento pluriennale della piscina alla società Sport Smile srl di Grottammare.

Un atto che, però, non contribuisce in alcun modo a fare chiarezza, visto che nulla viene detto sul perché ad un simile bando, che avrebbe dovuto interessare diverse società ed associazioni, ha partecipato una sola società, così come non vengono spiegate le ragioni che hanno portato l’amministrazione comunale a scegliere per la commissione aggiudicatrice, come “esperto dello specifico settore a cui afferisce l’oggetto della gara” (cioè l’assegnazione della gestione di un impianto sportivo) un ingegnere meccanico  energy manager, abilitato certificatore dell’efficienza energetica degli edifici presso Enea, esperto in progettazione e realizzazione impianti tecnologici per il risparmio energetico e l’utilizzo delle fonti rinnovabili che, a prima vista, poco o nulla sembra entrarci con la materia in discussione.

Qualcosa in più, la determina dice riguardo ai tempi eccessivamente lunghi (oltre 40 giorni) per arrivare all’aggiudicazione, considerando che c’era un unico concorrente. Sono 4 i verbali di gara redatti dalla commissione, 2 in data 26 luglio, 1 in data 16 agosto ed 1 in data 18 agosto. Ciò significa che le operazioni di aggiudicazione della gara si sono concluse il 18 agosto, 13 giorni prima della determina stessa e 19 giorni prima dell’ufficializzazione dell’assegnazione (con il comunicato stampa del 6 settembre).  Nulla, invece, riguardo un altro aspetto che ha provocato non poche polemiche e proteste, cioè il fatto che la piscina resterà chiusa “presumibilmente” fino a novembre per l’effettuazione di alcuni lavori.

Una chiusura contestata in particolare da diversi genitori e utenti che non hanno capito (non solo loro) la tempistica del bando stesso che, se fatto con qualche mese di anticipo, avrebbe poi permesso lo svolgimento dei lavori durante l’estate, in mododa far trovare pronta la piscina comunale ad inizio autunno quando riprendono le attività delle varie associazioni sportive. Che, invece, ora sono in grande difficoltà vista la situazione che si è creata. Per questo la società sportiva “Albatros nuoto” (società sportiva dilettantesca affiliata alla federazione italiana nuoto) e la società cooperativa Water Life il 9 settembre scorso hanno inviato due lettere al sindaco Castelli, all’assessore allo sport Brugni e al dirigente del settore Sport nella quali si chiede, stante la chiusura della piscina, di poter riaprire la segreteria (condivisa dalle due società)  “quantomeno nelle ore pomeridiane”.

La segreteria – si legge nella lettera inviata da Albatros nuoto – rappresenta il punto focale per l’incontro con gli atleti e le famiglie  ed inoltre il lavoro delle segreterie risulta essere di vitale importanza per soddisfare gli adempimenti burocratici necessari ed urgenti per avviare la nuova stagione sportiva natatoria (visite mediche, tesseramenti atleti, ecc…). Quanto sopra nell’interesse dei circa 80 atleti ascolani (5 squadre di pallanuoto, 3 squadre di nuoto) dei tecnici (Docenti Federali, allenatori, preparatori atletici, ecc.) di questa città e soprattutto nel rispetto e tutela del servizio sociale pubblico svolto da questa società sportiva ininterrottamente dal 1992 per la città di Ascoli Piceno. Richiediamo altresì in incontro con la S.V. affinchè ci vengano comunicate ufficialmente le problematiche legate a questa inaspettata e prolungata chiusura della piscina comunale e per verificare se vi siano possibilità di collaborare fattivamente con i vostri uffici per la risoluzione dei problemi nell’interesse degli atleti e del servizio pubblico che questa società ha sempre offerto”.

Analoga richiesta sui chiarimenti in merito alla chiusura prolungata è avanzata dalla Water Life che ricorda i tanti progetti messi in campo lo scorso anno e dedicati ai piccolissimi, agli anziani e agli istituti scolastici e soprattutto alle persone diversamente abili.. L’Albatros nuoto, invece, chiede anche di utilizzare, a breve, gli spazi della reception della piscina “per presentare gli atleti, tecnici delle squadre agonistiche ed anche uno sponsor (arrivato finalmente grazie ai successi ottenuti dai nostri atleti)” visto tra l’altro che ci sono possibilità per la squadra di pallanuoto di partecipare al campionato di serie C. Non bisogna certo essere dei geni per comprendere che l’attuale situazione della piscina, con la riapertura prevista ben che vada a novembre, crei grossi problemi alle due società. Per questo, nella lettera dichiarano di essere “in attesa di un  urgente riscontro in merito”. Che, però, fino ad ora non c’è stato, visto che ad oggi (20 settembre) da sindaco, assessore e dirigente non è arrivata alcuna risposta.

Un atteggiamento francamente incomprensibile che rischia di penalizzare pesantemente non solo le due società ma anche atleti, tecnici e quanti fino allo scorso anno usufruivano di quei progetti. “Purtroppo i nostri atleti, corsisti e associazioni disabili vogliono risposte su quando riaprirà l’impianto – ci confessa uno dei rappresentanti di quelle società – le lettere servivano a questo. Però se non ci danno risposta molti saranno costretti a cambiare sport o impianto. Si ha quasi la sensazione che vogliono la morte delle nostre società”.

Non possiamo e non vogliamo credere che possa essere così, però ora è arrivato il momento che l’amministrazione comunale lo dimostri con i fatti, prendendo finalmente in seria considerazione le richieste e le problematiche che queste società devono affrontare per quanto sta avvenendo in piscina. Lo deve non solo a quelle due società, che tanto hanno fatto in questi anni per lo sport ascolano, ma anche e soprattutto a tutti quei ragazzi che sono in attesa di sapere se e in che modi potranno riprendere la propria attività

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