Svolta in Comune, la sicurezza al centro dell’attività dei prossimi 3 anni. Intanto presto verranno resi pubblici i certificati dei tecnici della protezione civile sulle scuole, mentre resta il problema dell’adeguamento sismico di diversi istituti cittadini. Ma sul sindaco piovono gli “strali” dell’on. Agostini
Meglio tardi che mai. Ci sono voluti ben 5 articoli, i commenti al “vetriolo” di numerosi cittadini sulle pagine facebook del Comune e i ripetuti appelli di un sempre maggior numero di genitori. Alla fine, però, il sindaco Castelli ha fatto (o quanto meno ha annunciato che farà) quello che dai giorni successivi al terremoto gli avevamo chiesto in tema di sicurezza e, soprattutto, di trasparenza. Anzi, per certi versi, addirittura è andato oltre, annunciando che proprio la sicurezza sarà al centro dell’attività della sua amministrazione negli ultimi tre anni di mandato.
Certo, si potrebbe obiettare che non ci doveva essere bisogno di un simile terremoto e delle conseguenze che ha prodotto nel capoluogo piceno per prendere una simile decisione, anche in considerazione di quanto era già accaduto in città in occasione del terremoto a L’Aquila. Però va dato atto al primo cittadino che questa volta non si è chiuso a riccio, non si è intestardito a proseguire per la sua strada ma, sia pure dopo diversi giorni, alla fine ci ha dato ragione e ha risposto positivamente a tutti gli appelli che gli avevamo lanciato nei giorni del post terremoto.
La profonda e radicale trasformazione del suo atteggiamento è ben sintetizzata dal passaggio dal messaggio rassicurante lanciato attraverso Arengo Tv domenica 28 agosto (“L’ultima scossa del pomeriggio ad Ascoli ha generato ansia e inquietudine ma non ha prodotto effetti significativi sul sistema cittadino, la città ha risposto molto bene”) all’ammissione fatta ieri 14 (mercoledì 14 settembre), sempre attraverso Arengo tv, dei tanti problemi, sia pure non drammatici, che si sono verificati in città. Il passaggio successivo è un diverso modo di approcciarsi e di dare notizie ai cittadini.
“I cittadini stessi, che non sono bambini dell’asilo che non devono essere spaventati, qualche volta avrebbero anche il desiderio di sapere concretamente come stanno le cose” si legge nell’articolo del 4 settembre scorso “Facciamo finta che tutto va ben”. Appello raccolto da Castelli che, nel corso del lungo intervento su “Arengo tv” afferma: “Ci siamo resi conto che dobbiamo dare informazioni adeguate ai cittadini sulla situazione che si è creata dopo il terremoto, dobbiamo dare alla comunità notizie adeguate per fronteggiare ciò che si è venuto a creare dopo il terremoto”.
Ma è soprattutto sul problema della sicurezza e della situazione delle scuole cittadine che si registra il più importante (e auspicato) cambio di atteggiamento da parte del primo cittadino. Che, per giorni, praticamente ha fatto muro, ripetendo che non c’erano problemi, che le scuole cittadine erano sicure, che c’era la necessità di effettuare solo qualche piccolo intervento, evitando, però, di scendere nel dettaglio e continuando ad ignorare le pressanti richieste di massima trasparenza. “Soprattutto si chiede la massima trasparenza, con la pubblicazione di tutti i documenti e dei risultati dei sopralluoghi, istituto per istituto. Eccessivo allarmismo? Forse, ma quando c’è di mezzo la salute e la sicurezza dei figli è giusta e comprensibile questa intransigenza” si legge nell’articolo del 7 settembre “Caos scuola”.
Concetto ribadito il giorno successivo nell’articolo “Rinvio prima campanella” (“non resta che rinnovare l’invito al sindaco e all’amministrazione comunale perché facciano questo importante gesto di chiarezza e trasparenza”), fino ad arrivare al perentorio appello di ieri (“Caos terremoto”): “senza troppi giri di parole, sarebbe quindi ora di finirla con dichiarazioni di facciata rassicuranti ma è davvero arrivato il momento di fare chiarezza e trasparenza, rendendo pubblici tutti i risultati delle ispezioni effettuate nelle scuole, gli interventi messi in cantiere ma anche tutti i dati degli edifici scolastici”.
E proprio ieri pomeriggio, poi, è arrivata finalmente l’attesa svolta. “Siamo intervenuti su tutti e 29 i plessi cittadini per fare in modo che lunedì 19 settembre si troveranno nelle condizioni per ospitare i nostri bambini – spiega Castelli – nei prossimi giorni produrremo tutti i certificati elaborati nel corso dei sopralluoghi dai tecnici della protezione civile abilitati Aedes”. Il sindaco spiega poi, confermando quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi, che un conto è l’agibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, altro è l’adeguamento sismico di cui, per sua stessa ammissione, diverse scuole cittadine, sono sprovviste.
“Altro tipo di situazione è la grande questione nazionale dell’adeguamento sismico che può essere finanziato solo dal governo nazionale – aggiunge Castelli – aspettiamo dal Governo il cosiddetto piano ‘Casa Italia’ finalizzato a mettere in sicurezza, secondo specifici criteri antisismici, tutte le scuole italiane, fra queste anche le scuole di Ascoli. Noi in questi anni abbiamo investito già soldi sulle scuole per l’antincendio, nonostante il governo non sia stato tenero”.
Ma, in attesa del piano “Casa Italia” del governo, è giusto comunque fare alcune precisazioni in merito, ricordando innanzitutto che gli interventi sull’edilizia scolastica sono stati esclusi dai tanti vincoli messi dal governo agli enti locali. Inoltre se è vero che l’adeguamento sismico può essere finanziato solo dal governo nazionale, è altrettanto innegabile che negli ultimi anni di finanziamenti a disposizione ce ne sono stati diversi ed anche di una certa entità (e questo significa che con una maggiore attenzione qualche intervento, se non tutti, poteva essere realizzato). Va, infatti, innanzitutto ricordato che il governo Renzi ha istituito il fondo unico per l’edilizia scolastica, che ha una dotazione complessiva di 3,9 milioni di euro, grazie al quale negli ultimi 2 anni sono stati realizzati più di 12 mila interventi.
Inoltre già nel 2007 il governo centrale aveva dato impulso al programma per gli interventi di adeguamento sismico delle scuole, incrementando (con legge n. 244 del 24 dicembre 2007) il fondo stesso di 20 milioni di euro all’anno. E secondo i dati riportati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri fino alla fine del 2015 erano stati finanziati o cofinanziati 242 interventi, per circa 300 milioni di euro. E nelle Marche sono 10 gli interventi finanziati ma nessuno del Comune di Ascoli. Naturalmente senza dimenticare che nel 2009, dopo l’onda emotiva suscitata dal terremoto dell’Aquila, il governo Berlusconi istituì il Fondo per la prevenzione del rischio sismico (gestito dal ministero dell’Economia) che, secondo i dati forniti dalla Protezione civile, ha portato ad interventi per quasi 1 miliardo di euro.
Questo significa che la possibilità di operare interventi di adeguamento sismico sulle scuole cittadine, magari non tutte quelle sprovviste ma alcune si, c’è stata anche negli anni passati. E, quindi, sarebbe piuttosto interessante sapere per quale ragione non si sono sfruttate queste opportunità. Tornando, però, al presente nel lungo intervento su Arengo tv il sindaco Castelli ha anche annunciato che le lesioni subite dai tanti edifici privati hanno spinto il Comune ad attivare un Ufficio terremoto per aiutare e supportare i cittadini , anche nella richiesta di accesso ai finanziamenti previsti per sistemare e mettere in sicurezza le case lesionate.
Inoltre il primo cittadino ha ricordato che quello di Ascoli è tra i pochi Comuni ad aver stipulato un’assicurazione per il terremoto che copre i danni alle strutture pubbliche fino a 5 milioni di euro. Castelli ha, invece, dimenticato di sottolineare, ma è giusto ricordarlo ai cittadini ascolani, che il Comune da fine 2014 si è anche dotato di un piano comunale di Protezione civile nel quale, oltre ad un’analisi approfondita sulla vulnerabilità del patrimonio edilizio comunale, è compreso un piano emergenza (e non è cosa da poco visto che diversi Comuni ne sono provvisti) dove sono state previste ed indicate nel dettaglio le aree di ammassamento, di attesa e di accoglienza (vedi articolo “Aggrappati a Sant’Emidio”).
Sarebbe ora opportuno, però, che, come chiesto nell’interrogazione presentata dal consigliere comunale del Pd Ameli, il Comune si decidesse ad inviare a tutte le famiglie ascolane il piano stesso, al posto di un numero del periodico Arengo News.
In conclusione del suo lungo intervento, il primo cittadino annuncia l’incontro, in programma nel pomeriggio, con i rappresentanti dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) per fare il punto della situazione dopo il sisma ed elaborare, con il coinvolgimento dell’Università, un documento quadro sulla sicurezza degli edifici cittadini. Un’iniziativa che, però, ha subito provocato la reazione rabbiosa, in realtà assolutamente immotivata, dell’on. Agostini. “Mentre ancora si contano i danni – accusa – mentre ancora si piangono le vittime e ci sono tanti problemi da affrontare, Castelli pensa già ai costruttori. Anche questo è sciacallaggio”.
Come se non bastasse Agostini contesta anche la decisione del primo cittadino di posticipare a lunedì 19 settembre l’avvio dell’anno scolastico in città. “In tutte le zone terremotate il governo si è impegnato a riprendere l’anno scolastico come da calendario per dare il segnale di un ritorno alla normalità come tra l’altro consigliano gli psicologi quando si verificano calamità – afferma l’onorevole offidano – Castelli ha voluto rompere questa linea unitaria posticipando l’avvio a lunedì all’insegna della speculazione politica”.
Un affondo davvero incauto e immotivato e che, per altro, dimostra una scarsa conoscenza della situazione da parte di Agostini. Se, infatti, è vero che nelle zone maggiormente colpite dal terremoto è stato importante far ripartire la scuola senza rinvii, è altrettanto innegabile ed evidente che la situazione di quelle zone non è neanche lontanamente paragonabile a quella del capoluogo piceno, dove il terremoto ha si provocato problemi ma non ha certo stravolto completamente la vita degli ascolani come, purtroppo, è invece accaduto nei comuni del cratere. Dove, per giunta, la scuola è ripartita nella maggior parte dei casi su moduli e strutture prefabbricate inviate appositamente per sostituire quegli edifici scolastici crollati o resi inagibili dal terremoto.
Di ben altro tipo la situazione che si è vissuta ad Ascoli dove è stato necessario posticipare di qualche giorno l’avvio della scuola (per altro richiesto a gran voce da tantissime famiglie) per consentire di portare a termine i lavori e rendere completamente agibili e sicure le scuole in cui si erano riscontrati alcuni problemi (ma non tali da dichiararne l’inagibilità) e anche per trovare l’adeguata sistemazione a quegli studenti, a quelle classi che saranno costrette a traslocare per la chiusura della loro scuola (Liceo Linguistico e scuola primaria San Domenico).
Particolare non irrilevante il fatto che il rinvio è stato concordato dal sindaco insieme al presidente della Provincia D’Erasmo che, quanto meno, per coerenza dovrebbe essere accusato di “speculazione politica”, al pari di Castelli, da parte di Agostini. Che, forse, prima di “sparare a zero” farebbe bene ad informarsi meglio e a sforzarsi un po’ di più a conoscere la situazione locale, evitando così di esporsi a simile brutte figure…