Farsa Unesco, la lettera del sindaco è una “fake”


A fine luglio, su giornali e tv, il sindaco Fioravanti annunciava di aver inviato una lettura a Roma per sollecitare la candidatura ascolana per l’Unesco. Ma nella risposta inviata ad una richiesta del consigliere comunale Ameli il segretario comunale scrive che la lettera non esiste…

Il sindaco Marco Fioravanti non ha inviato alcuna lettera a Roma per chiedere la candidatura al riconoscimento Unesco per il capoluogo piceno. A svelarlo è un documento ufficiale del Comune stesso, la risposta scritta inviata dal segretario generale comunale, dott. Vincenzo Pecoraro, ad una richiesta di rilascio di copia di atti amministrativi presentata dal consigliere comunale Francesco Ameli.

Se non ha preso un clamoroso abbaglio il segretario comunale (e, come vedremo, anche la Segreteria del sindaco e il Servizio Avvocatura comunale), siamo di fronte ad un fatto di una gravità estrema, sia per il significato che ciò avrebbe per la vicenda del riconoscimento Unesco (una storia che si trascina da decenni tra silenzi, omissioni e bugie), sia soprattutto perché saremmo di fronte ad una clamorosa bugia raccontata dal sindaco Fioravanti, che appunto, aveva raccontato di aver inviato la lettera a Roma.

E’ accaduto 2 mesi fa, esattamente il 25 luglio tutti i quotidiani locali (cartacei e on line) davano ampio risalto alla notizia della lettera inviata dal primo cittadino a Roma per chiedere per Ascoli la candidatura al riconoscimento Unesco. “Ascoli vuole essere candidata al riconoscimento Unesco, con piazza del Popolo e anche con l’oliva ascolana” scriveva un quotidiano locale. Che poi, esattamente come tutti gli altri quotidiani, riportava la dichiarazione dello stesso Fioravanti.

Proprio questa settimana – affermava il sindaco – ho inviato una lettera per sollecitare la candidatura ascolana alla commissione italiana dell’Unesco con due punti di forza: piazza del Popolo e la nostra oliva ripiena Dop che rappresenta un patrimonio importante da un punto di vista enogastronomico. Un discorso che dobbiamo portare avanti per 365 giorni all’anno, con un percorso che arrivi pure nelle scuole”. Se mai ci fossero stati dubbi, due giorni dopo lo stesso concetto il primo cittadino lo ripeteva di fronte alle telecamere di una tv locale.

Ho avviato una serie di contatti, anche una lettera a Roma, per la pratica Unesco” affermava. Pochi giorni prima, nel corso di una conferenza stampa, a sollecitare l’avvio della pratica per il riconoscimento era stato il Movimento 5 Stelle, ricordando, tra l’altro, il parere positivo espresso dall’allora ministro dei beni culturali, Alberto Bonisoli, nel corso della sua visita nel capoluogo piceno del 19 aprile.

Settembre è la scadenza fissata per la chiusura dell’elenco dei siti che l’Italia propone all’Unesco, quindi bisognerà fare in fretta” aveva dichiarato il consigliere comunale “grillino” Massimo Tamburri, chiedendo al contempo massimo impegno in proposito al sindaco Fioravanti. Che, almeno così sembrava allora, aveva subito raccolto l’invito con quello che sembrava un atto concreto, un passo ufficiale da parte del Comune, cioè l’invio della citata lettera. Ed è bene sottolineare che, nelle sue dichiarazioni, il primo cittadino è sempre stato sicuro e categorico, non si è limitato a dire che “avrebbe inviato la lettera”, ha detto e ribadito in ogni circostanza di aver già inviato la lettera a Roma.

Peccato, però, che poco più di 2 mesi dopo incredibilmente si scopre che in realtà quella lettera non esiste e, ovviamente, non è mai stata inviata. Lo rende noto il consigliere comunale Ameli che, nelle ore scorse, ha pubblicato sui social la risposta che gli ha inviato il segretario comunale alla sua richiesta di rilascio di copia di atti amministrativi. In particolare l’esponente del Pd aveva chiesto copia del parere dell’Avvocatura comunale circa gli incarichi alla Start Plus e, appunto, della lettera inviata dal sindaco per sollecitare la candidatura Unesco. La categorica risposta del segretario comunale è inequivocabile e a dir poco sconcertante: quella lettera, così come il parere dell’Avvocatura comunale non esiste, non è mai stata scritta né inviata dal sindaco Fioravanti.

In riferimento alla sua richiesta di rilascio copia del parere dell’Avvocatura comunale circa l’incompatibilità di conferimento incarichi nella società Start Plus per i consiglieri comunali e della lettera inviata dal Sindaco per sollecitare la candidatura ascolana alla commissione italiana dell’Unesco – scrive il segretario comunale – sentiti all’uopo la Segreteria del Sindaco e il Servizio Avvocatura comunale, si comunicano che non risultano esistenti gli atti richiesti”.

E’ del tutto evidente, quindi, che, comunque stiano le cose, siamo di fronte ad una situazione gravissima. Perché, non si scappa, le alternative sono due: o il segretario comunale (e con lui la Segreteria del sindaco e il Servizio Avvocatura comunale) ha risposto al consigliere comunale Ameli scrivendo una clamorosa “balla” (per motivi francamente difficili da comprendere), oppure la bugia, clamorosa e inaccettabile, l’ha raccontata il sindaco. Delle due l’una, non ci sono altre possibilità.

E, come detto, in un caso o nell’altro siamo di fronte ad un fatto grave e inaccettabile, c’è l’immediata necessità di un chiarimento e di decisioni conseguenti. In particolare se, come emergerebbe da quanto scritto dal segretario comunale, davvero la lettera non esiste e non è stata mai inviata, e quindi il sindaco Fioravanti di fatto ha raccontato una bugia, saremmo di fronte ad una vicenda a dir poco sconcertante per almeno un paio di motivi.

Innanzitutto perché sarebbe la dimostrazione che, al di là dei proclami e delle promesse, a Fioravanti non interessa nulla e non ritiene importante il riconoscimento Unesco per il capoluogo piceno. Come ha sottolineato nel luglio scorso il consigliere comunale Tamburri, a settembre scadeva il termine per la presentazione dell’elenco dei siti che l’Italia propone all’Unesco. E’ del tutto evidente che se il sindaco non ha inviato alcuna lettera per proporre la candidatura del capoluogo piceno Ascoli in quell’elenco non ci sarà.

Sarebbe l’ennesima beffa in una vicenda che si trascina in maniera imbarazzante da ben 37 anni (vedi articolo “Ascoli patrimonio Unesco, l’ennesima occasione persa”). In questo caso, però, sarebbe quanto meno doveroso da parte del sindaco spiegare le ragioni per cui non ha inviato la lettera e, di conseguenza, perché non crede nella candidatura di Ascoli o, comunque, non ritiene l’eventuale riconoscimento Unesco importante per il capoluogo piceno. Ancora più grave, però, sarebbe il fatto che, a prescindere dalle ragioni del mancato invio, il sindaco, se davvero non ha mandato quella lettera , ha raccontato ai cittadini ascolani una clamorosa bugia.

Magari presto il primo cittadino potrà dimostrare concretamente, cioè mostrando la copia della missiva, che quella lettera in realtà esiste ed è stata davvero inviata a Roma (in tal caso il segretario comunale e lo staff della segreteria del sindaco dovrebbero rendere conto di quanto accaduto e, per decenza, subito dopo farsi da parte). Ma se così non fosse, secondo la nostra opinione non ci sarebbero alternative alle immediate dimissioni, naturalmente dopo aver chiesto scusa.

Da sempre siamo convinti che chi ha l’onere e l’onore di rivestire certi importanti incarichi (che siano a livello nazionale o locale) non può, nell’esercizio delle proprie funzioni, raccontare bugie ai cittadini. E che, nel caso invece accadesse, una volta scoperto dovrebbe immediatamente farsi da parte. Sappiamo bene che, nella realtà, questo praticamente non avviene mai nel nostro paese, che i nostri politici restano attaccati alle poltrone sempre e comunque, finchè possono.

Quindi, se davvero la lettera non esiste, non ci aspettiamo un simile gesto neppure dal sindaco Fioravanti. Siamo, però, curiosi di capire come potrà giustificare l’ingiustificabile…

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