Farsa senza fine sui parcheggi


Gelida risposta della Saba che rifiuta di fornire i dati sugli incassi e sulle multe chiesti dalla commissione consiliare “Servizi comunali”. Che ora, a pochi mesi dalla fine del suo mandato amministrativo, chiede al sindaco Castelli di fare quello che avrebbe dovuto fare 5 anni fa…

Siamo alle comiche finali per quanto riguarda la gestione dei parcheggi cittadini. Solo che quelle che procura questa imbarazzante vicenda sono risate amarissime, testimonianza di un’inaccettabile superficialità nell’amministrazione della città. Nei giorni scorsi la gestione della Saba, praticamente padrona incontrastata della sosta cittadina, era tornata al centro dell’attenzione grazie a due iniziative praticamente simili.

Da una parte il gruppo consiliare del Pd aveva presentato un’interrogazione ponendo al sindaco 11 quesiti tra cui i più importanti riguardavano la possibilità di riacquisto dei parcheggi e gli incassi ottenuti in questi anni dalla Saba grazie ai parcheggi e alle multe.

Dall’altra la commissione servizi comunali aveva posto gli stessi quesiti al gestore dei parcheggi. Che, a differenza del sindaco, non ha esitato a rispondere, anche se di fatto non ha fornito alcun tipo di indicazione, facendo balenare l’ipotesi che ormai non sia più possibile per il Comune riacquistare i parcheggi.

Facciamo seguito alla Sua richiesta, relativa all’art. 9 bis della convenzione del 12/7/2002 in relazione alla cui concreta e perdurante applicabilità ci riserviamo ogni più opportuna considerazione, anche congiunta. Al riguardo evidenziamo che la citata disposizione disciplina espressamente i criteri di valutazione delle commesse ivi indicate, rapportandoli al Pef vigente. L’ulteriore documentazione richiesta non ci pare conferente e fa inoltre riferimento a dati aziendali strettamente riservati” la gelida risposta inviata dalla Saba alla commissione consiliare.

Tutto come previsto, purtroppo, con la conferma dello scenario più imbarazzante e inaccettabile per l’amministrazione comunale e per il sindaco Castelli, cioè che il Comune e il primo cittadino non sono a conoscenza di dati fondamentali riguardante i parcheggi cittadini.

Lo avevamo sottolineato nei giorni scorsi (vedi articolo “Incassi, multe e nuove zone blu, sindaco interrogato sui parcheggi”), sottolineando come la richiesta avanzata dal presidente della commissione consiliare Matteucci alla Saba “lascerebbe immaginare che certi fondamentali dati (come gli incassi complessivi, gli incassi derivanti dalla sosta a raso e da quelli dei due parcheggi, quelli derivanti dalle sanzioni amministrative) non siano attualmente conosciuti dal Comune. E non c’è certo bisogno di sottolineare quanto grave e inaccettabile sarebbe se davvero l’amministrazione comunale non fosse a conoscenza di questa dati”.

Ora, purtroppo, quel sospetto è diventato realtà , così come evidente e sconcertante è la pesante responsabilità dell’amministrazione comunale e del primo cittadino. Che dovrebbe spiegare alla città cosa ha fatto in proposito in tutti questi anni, perché non si è mai neppure preoccupato di chiedere, anzi pretendere, certi dati dalla Saba.

Una responsabilità ancora più pesante perché sui parcheggi, sulla possibilità di riacquisto, il sindaco ha basato una buona parte della propria campagna elettorale nel 2014, salvo poi cambiare radicalmente idea una volta rieletto qualche anno dopo. Il tutto, lo scopriamo ora, senza avere conoscenza di dati fondamentali. Che, per altro, in questi 5 anni (siamo ormai al termine del suo secondo mandato) non si è mai preoccupato neppure di chiedere alla concessionaria del servizio. Il cui attuale diniego lascia esterrefatti e solleva non pochi dubbi.

Anche perché, come sottolineato da più parti, sembra difficile che una società che ha una convenzione con il Comune, possa secretare atti o rifiutare di fornire dati di fronte ad una richiesta fatta da un consigliere comunale dotato di potere ispettivo. E’ altrettanto chiaro che la chiusura totale della Saba ha legittimamente fatto pensare a molti che il diniego sia dovuto al fatto che i dati sono particolarmente positivi per la concessionaria, che gli incassi per le varie voci citate siano particolarmente soddisfacenti.

Ma al di là di tutto, per quanto legittimamente si possa stigmatizzare il comportamento della Saba, le maggiori e le più gravi responsabilità sono tutte dell’amministrazione comunale, del sindaco e della sua giunta. “E’ paradossale che dopo 16 anni di gestione non si sia ancora riusciti ad avere informazioni sulla gestione della sosta” ha sottolineato il consigliere comunale del M5S Massimo Tamburri, presente nella commissione consiliare.

Ancora più paradossale, però, è che ora la stessa commissione sembra intenzionata a chiedere al sindaco Castelli di presentare una richiesta ufficiale alla Saba. In pratica chiede al sindaco di fare quello che avrebbe dovuto fare da sempre, 5 anni fa o anche prima. E che ora assume un significato e un valore diverso, visto che siamo ormai al termine di questo mandato ed è chiaro ed evidente che in ogni caso non ci sono i tempi materiali per fare nulla.

In tal senso, come abbiamo già sottolineato, per quanto lodevole possa essere l’iniziativa intrapresa dalla commissione è palesemente tardiva e, di fatto, praticamente inutile. Una simile richiesta doveva essere avanzata ad inizio del mandato amministrativo, così ci sarebbe stato il tempo necessario per sollecitare adeguatamente la Saba e, successivamente, per analizzare con serietà la situazione e valutare le possibili mosse.

Così siamo praticamente alla farsa, con sullo sfondo l’imbarazzante comportamento dell’amministrazione comunale e due inquietanti quesiti che restano senza risposta. Il primo riguarda l’attuale primo cittadino e la sua amministrazione, è difficile capire per quali ragioni in questi 5 anni non abbiano fatto nulla in proposito, il perché di questo atteggiamento sempre così smaccatamente accondiscendente nei confronti del concessionario della sosta.

Da tempo circolano voci (ovviamente mai confermate ma neppure mai smentite) di un pesante debito da parte del Comune nei confronti della concessionaria della sosta. Su questa vicenda, che si è sempre sospettato potesse condizionare le scelte e le mosse dell’amministrazione comunale in proposito, non si è mai fatta la necessaria chiarezza.

Per quanto riguarda l’altro interrogativo bisogna fare un salto nel passato lungo 16 anni, a quel 3 giugno del 2002 quando il Consiglio comunale approvò la delibera n. 39 (“Modifica convenzioni stipulate con la Parcheggi Azzurri per Ascoli per la gestione dei parcheggi comunali”) con 21 voti favorevoli (la maggioranza di centrodestra che sosteneva il sindaco Celani), 7 contrari (l’opposizione di centrosinistra) e un astenuto (il consigliere comunale Galosi).

Già allora da più parti quello che poi puntualmente accaduto, eppure il sindaco Celani è andato avanti senza esitazioni. Una scelta deleteria per la città che, a distanza di tanti anni, sarebbe interessante capire per quali ragioni è stata fatta. Tornando ai giorni nostri è sin troppo facile prevedere che questo improvviso risveglio non produrrà nulla di concreto, almeno entro la fine (prossima) del mandato amministrativo.

Bisognerà attendere la prossima amministrazione, naturalmente ammesso che ne abbia la voglia, per capire se e quali margini di manovra possono esserci. Con la sgradevole sensazione che difficilmente ora si potrà sanare il disastroso errore commesso 16 anni fa, aggravato negli anni dallo sconcertante comportamento delle amministrazioni comunali che si sono succedute.

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