Sicurezza delle scuole, cronache dal terzo mondo


Nel giorno in cui si celebra la sedicesima giornata nazionale per la sicurezza delle scuole, il rapporto 2018 di Cittadinanzattiva evidenzia una situazione a dir poco imbarazzante per un paese civile, sia per quanto riguarda il rischio sismico che per il rischio alluvione

Il 22 novembre si celebra in tutto il paese la sedicesima giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, promossa da Cittadinanzattiva con la collaborazione del Dipartimento nazionale della Protezione Civile e il Miur. Sono previsti (e sono in corso) appuntamenti in numerose scuole in diverse città italiane, non servirebbe neppure sottolinearlo ma è giusto sottolineare che nessuna iniziativa in proposito è prevista nella nostra regione e, tanto meno, nel capoluogo piceno.

Nulla di nuovo e di sorprendente, purtroppo, in tema di sicurezza delle scuole siamo peggio del terzo mondo, almeno a livello istituzionale (in particolare il Comune), anche se poi proprio da Ascoli (grazie al locale Comitato Scuole Sicure) è arrivato un innovativo progetto pilota (vedi articolo “Sensori e banchi antisismici, da Ascoli un progetto innovativo per la sicurezza delle scuole”). Tornando alla sedicesima edizione della giornata nazionale, per celebrarla adeguatamente è opportuno innanzitutto dare un quadro della situazione, il più possibile aggiornato e aderente alla realtà.

Che, poi, è quello che viene annualmente fornito da Cittadinanzattiva, con il suo rapporto sulla sicurezza delle scuole. Quello del 2018 è stato presentato a fine settembre e fotografa uno stato di disagio e di arretratezza a dir poco preoccupante. Preliminarmente occorre sottolineare come Cittadinanzattiva, così come Legambiente (che si occupa della sicurezza delle scuole da decenni), ha sottolineato come, pur se non sufficienti, negli ultimi anni gli investimenti in questo settore hanno registrato un cospicuo e promettente incremento.

Merito anche e soprattutto di ItaliaSicura/Scuola, la struttura inopinatamente chiusa (e non sostituita) da questo governo che aveva messo realizzato e messo in cantiere migliaia di interventi, con un investimento previsto per i prossimi anni di circa 6 miliardi di euro. Per fare di più e fare meglio, giustificando così almeno in parte l’incomprensibile chiusura, l’attuale governo dovrà investire nei prossimi 2-3 anni molto più di quei 6 miliardi di euro.

Che, comunque, non sarebbero ugualmente sufficienti per sanare la situazione, visto che secondo Cittadinanzattiva servirebbero tra i 15 e i 20 miliardi per ristrutturare o ricostruire il nostro patrimonio edilizio scolastico, almeno cominciando dai casi più urgenti. Complessivamente, nell’anno scolastico passato, erano presenti nel paese 42.435 edifici scolastici per più di 7,5 milioni di studenti. Solamente il 32% di questi edifici sono stati costruiti dopo il 1976, cioè dopo l’entrata in vigore della normativa antisismica.

Considerato che per il 12% degli edifici scolastici nazionali non si conosce l’anno di costruzione, emerge come almeno il 56% delle scuole è potenzialmente a rischio. E di queste 2 scuole su 5 sono in zona ad elevata sismicità. Complessivamente sono poco meno di 19 mial (18.665 per la precisione) gli edifici scolastici che si trovano in zone ad elevato rischio sismico (zona sismica 1 e 2). Come abbiamo già evidenziato parlando del progetto del Comitato Scuole Sicure Ascoli, solo nell’ultimo anno scolastico si sono registrati ben 50 episodi di crolli e di distacchi di intonaco (almeno quelli registrati da Cittadinanzattiva), praticamente un episodio ogni 4 giorni, un vero e proprio record di cui, ovviamente, non c’è certo da andare fieri. Dal 2013 in totale i crolli sono stati ben 206.

Grazie alle nostre segnalazioni – si legge nel rapporto 2018 di Cittadinanzattiva – e alle conseguenti proposte presentate alle istituzioni nazionali, nel 2016 ha preso il via uno specifico filone di finanziamento riguardante le indagini diagnostiche di soffitti e solai. Tale finanziamento ha avuto una così elevata adesione da parte dei Comuni che nel 2017 il governo in carica ha deciso non solo di finanziare una seconda annualità ma di prevedere anche finanziamenti ad hoc per gli interventi necessari nei casi cui l’esito dell’indagine fosse risultato negativo. Confidiamo nel fatto che anche l’attuale governo prosegua nel sostegno di questo tipo di indagini e di interventi”.

Nel rapporto vengono, poi, esaminati quelli che sono considerati i principali pericoli per la sicurezza delle scuole, il rischio alluvione e il rischio sismico. Complessivamente sono circa 6 mila gli edifici scolastici che si trovano in aree a rischio alluvione eppure solamente nel 9% delle scuole monitorate è stato adottato il Piano di gestione del rischio alluvione. Situazione non certo migliore per quanto riguarda il rischio sismico, visto che solamente nel 29% delle scuole è stata effettuata la vulnerabilità sismica.

Entro dicembre tale verifica dovrà essere effettuata in tutte le scuole (salvo ulteriori e sempre probabili rinvii) e ad oggi solo il 37% delle richieste è stato finanziato” si legge nel rapporto. Che, poi, evidenzia come la microzonazione sismica ha interessato solo poco meno di una scuola su tre, mentre appena il 9% delle scuole è stato migliorato dal punto di vista sismico e ancora meno (il 5%) è stato adeguato sismicamente. Situazione poco rosea anche per quanto riguarda gli adempimenti per la sicurezza strutturale, con solamente un quarto delle scuole che ha la certificazione di agibilità/abitabilità.

Migliore la situazione per quanto riguarda il collaudo statico, posseduto dal 53% degli edifici scolastici. Male anche per quanto riguarda la certificazione prevenzione incendi, con appena una scuola su tre  (il 33%) che la possiede. Per quanto riguarda le Marche i dati sono solo leggermente migliori rispetto alla media nazionale. Il 41% delle scuole ha effettuato la verifica di vulnerabilità sismica, la microzonazione sismica è stata effettuata nel 49% del territorio regionale, mentre nel 23% degli edifici scolastici è stato effettuato il miglioramento sismico e nel 7% l’adeguamento.

Per quanto concerne gli adempimenti per la sicurezza strutturale il 23% delle scuole marchigiane ha l’agibilità/abitabilità, il 50% il collaudo statico, il 45% il certificato di prevenzione incendi e il 34% l’agibilità igienico-sanitaria. Infine complessivamente appena il 24% dei Comuni si dichiara pronto (che, tra l’altro, è cosa differente dall’esserlo realmente…) a gestire eventuali emergenze, con percentuali che precipitano drasticamente al sud. Nel complesso, quindi, un quadro davvero allarmante che, pure, continua ad essere colpevolmente sottovalutato e quasi ignorato dalle istituzioni.

Di quello che accade (anzi, purtroppo che non accade…) a livello locale ne abbiamo ampiamente parlato. Ma la situazione non è certo migliore a livello nazionale. Abbiamo detto dell’incomprensibile chiusura della struttura ItaliaSicura/Scuole (e dei 6 miliardi di investimenti svaniti in un attimo), per il momento non sostituita da nulla. Il ministro dell’istruzione Bussetti ha annunciato che, per celebrare adeguatamente la giornata nazionale della sicurezza delle scuole, riaprirà l’Osservatorio sull’edilizia scolastica, ricordando che nella Programmazione 2018-2020 verranno inseriti 1,7 miliardi per la messa in sicurezza delle scuole (meno di un terzo dei fondi previsti dalla struttura chiusa…).

Decisamente troppo poco, anzi se non interverranno ulteriori provvedimenti un preoccupante passo indietro rispetto agli ultimi anni. Come sottolineano gli stessi studenti che nei giorni scorsi sono scesi in piazza per protestare e che ora, in alcuni licei romani, sono addirittura ricorsi all’occupazione per protestare contro la politica (complessiva ma anche scolastica) del nuovo governo. E, in un passaggio del comunicato con il quale gli studenti del Liceo Tasso annunciano l’occupazione, c’è il manifesto, impossibile da non condividere (almeno per chi ha realmente a cuore la vera sicurezza delle scuole), dell’attuale inaccettabile situazione.

Dimostriamo il nostro dissenso – scrivono gli studenti del Liceo Tasso – al Decreto Scuole Sicure. Decreto che in malafede confonde la sicurezza nelle scuole con un controllo militare degli studenti. Tutto questo attuato al costo di investimenti molto onerosi che potrebbero essere indirizzati alla risoluzione dei veri problemi della sicurezza. Una scuola è sicura quando non cade il cornicione, una scuola è sicura quando d’inverno funziona il riscaldamento: una scuola è sicura quando è in tutto e per tutto a norma”.

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