L’obbligo vaccinale funziona per l’Italia, non per le Marche


Molto positivi i dati ufficiali sulle vaccinazioni al 31 dicembre 2017, resi noti dal ministero della salute, che evidenziano un importante incremento e, in media, quasi il raggiungimento dell’immunità di gregge. Ben 11 regioni sopra il 95%, le Marche tra le “pecore nere”

Funziona e ha dato risultati più che positivi l’obbligo vaccinale, a parte qualche isolata eccezione. E tra queste, purtroppo, c’è anche la nostra regione. Sono stati presentati martedì 24 aprile dal ministero della Salute i dati sulle vaccinazioni nelle regioni italiani al 31 dicembre 2017, primo reale banco di prova per valutare concretamente in maniera chiara (cioè attraverso i numeri) i primi riscontri e i primi effetti del cosiddetto decreto vaccini (quello che ha introdotto l’obbligo vaccinale).

Come si legge nel comunicato stampa del ministero stesso “di fronte alla preoccupazione destata dalla situazione epidemiologica del morbillo, al rischio di ricomparsa di malattie ormai eliminate dall’Italia o sotto controllo, e alla scarsa efficacia delle strategie attuate fino ad allora, si è ritenuto opportuno un cambio radicale di approccio, con l’approvazione del decreto legge 7 giugno 2017 n. 73,  convertito con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2017, n. 119, che ha aumentato il numero delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10, estendendo l’obbligo a vaccinazioni raccomandate già presenti in calendario dal 1999”.

In particolare, proprio a causa delle inadeguate coperture vaccinali, nel corso dello scorso anno l’Italia è stata interessata da un’estesa epidemia di morbillo, con circa 5 mila casi e 4 decessi. Eppure nonostante tutto l’approvazione del decreto è stata accompagnata da tantissime polemiche e dalla feroce opposizione, con tanto di manifestazioni folkloristiche (come quella quasi surreale andata in scena questa estate a Pesaro, tra i deliri dei nuovi “guru” no vax come Povia e Fusaro), dei cosiddetti no vax  le cui discutibili tesi e le posizioni oltranziste sono state alimentate dalla pioggia di “fake news” che per mesi ha invaso i social. Tra proposte di boicottaggio più o meno serie, in tanti si sono lanciati in previsioni “nefaste”, sostenendo che l’obbligo avrebbe portato al risultato sperato e, anzi, avrebbe prodotto l’effetto opposto.

Obiettivo immunità di gregge quasi raggiunto

I dati presentati martedì dimostrano esattamente il contrario, soprattutto considerando che sono riferiti a ciò che accaduto nelle regioni italiane fino al 31 dicembre 2017, cioè ad appena 5 mesi dall’approvazione definitiva del decreto. Per quanto riguarda il vaccino esavalente (difterite, tetano, pertosse, emofilo b, epatite b e polio) l’obiettivo di tornare a livello di immunità di gregge (95%) è praticamente raggiunto (e c’è la certezza che è stato superato nei primi mesi del 2018), mentre quello quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella) ha fatto registrare un grande passo avanti fino a superare il 90%.

I dati di copertura vaccinale al 31 dicembre 2017, relativi alle età per le quali le coperture vengono monitorate annualmente in maniera routinaria, più alcune oggetto di un monitoraggio ad hoc allo scopo di verificare l’impatto dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, sono estremamente positivi – si legge nel comunicato del ministero della salute – la copertura nazionale a 24 mesi (relativa ai bambini nati nel 2015) nei confronti della polio (usata come proxi delle vaccinazioni contenute nell’esavalente) si avvicina al 95% (94,54%) guadagnando un +1,21%  rispetto al 2016. L’aumento è ancora più marcato per la prima dose di vaccino contro il morbillo con un +4,42% rispetto all’anno precedente”.

Il trend generale positivo è confermato dal fatto che aumentano le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie (+2,4% per l’anti-pneumococcica, + 2,3% per l’anti-menigococcica C) ma anche dall’aumento delle coperture vaccinali a 36 mesi (i cosiddetti “ritardatari”), con un +1,72% e il superamento per tutte le vaccinazioni (ad eccezione, per pochi decimali, dell’anti epatite b) della percentuale del 95%. Ancora più marcato è l’aumento nel caso del morbillo, con una crescita del 5,12%. Ma aumenti si registrano anche per le coperture vaccinali a 48 mesi e per le vaccinazioni in età pre scolare (+ 2,94%).

La situazione regione per regione: male le Marche

Tornando ai dati della copertura nazionale a 24 mesi, oltremodo positivo il fatto che ben 11 regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna) superano il 95% mentre altre 3 sono ad un passo da quella soglia (Lombardia 94,88%, Emilia Romagna 94,77%, Puglia 94,39%). “Il miglioramento delle coperture vaccinali è un risultato significativo – si legge ancora nel comunicato del ministero – i dati relativi al 2017 sono confortanti per quanto riguarda le fasce 0-6 dove era la parte più stringente della norma. Ci aspettiamo un incremento maggiore dalla prima parte del 2018. La maggior parte delle regioni ha raggiunto incrementi notevoli, anche se rimangono 5 regioni in cui si registra una forte resistenza alla vaccinazione”.

E tra queste, purtroppo, c’è anche la nostra regione che si conferma la “pecora nera” in tema di vaccinazioni, con incrementi molto contenuti e percentuali complessive molto al di sotto della media nazionale (vedi dati in fondo all’articolo). Un dato su cui riflettere e che dovrebbe spingere la Regione stessa ad intensificare l’impegno per fare in modo che anche le Marche al più presto tornino, almeno da questo punto di vista, a far parte delle regioni “civili”.

E’ necessario proseguire l’impegno in termini di miglioramento dell’offerta e dell’accesso ai servizi – conclude il comunicato stampa – ma anche della capacità di rispondere alle istanze dei cittadini per dissolvere i dubbi sull’efficacia e sicurezza dei vaccini e sull’utilità ed opportunità delle vaccinazioni, anche nei confronti di malattie solo apparentemente scomparse, per garantire coperture vaccinali ancora più efficaci e per raggiungere e mantenere le soglie raccomandate dall’Oms”.

C’è, soprattutto, la speranza che il mutamento del quadro politico nazionale non produca conseguenze in questo settore, azzerando quanto di positivo è stato fatto in questi mesi e facendo risprofondare l’Italia, per quanto riguarda le vaccinazioni, tra i “paesi del terzo mondo”.

Le vaccinazioni nelle Marche

Polio 93,01%

Difterite 92,94%

Tetano 93,02%

Pertosse 92,92%

Epatite 92,66%

Hib 92,49%

Morbillo 88,21%

Parotite 88,15%

Rosolia 88,14%

Varicella 58,04%

Menigococco 82,49%

Pneumococco 90,71%

bookmark icon