Le grandi rivalità della storia della Formula 1: Stewart contro Fittipaldi


Due leader indiscussi che si trovarono uno contro l’altro, i due grandi protagonisti dei primi anni ’70 che si sono sfidati nel periodo delle grandi battaglie per la sicurezza in pista: Jackie Stewart contro Emerson Fittipaldi

Un campione già affermato, Jackie Stewart, si trova all’improvviso apparentemente senza rivali ed è pronto ad instaurare un dominio personale in Formula 1, ma un giovane pilota brasiliano, Emerson Fittipaldi, si afferma come suo grande rivale e dà vita alla rivalità più intensa degli anni ’70. Tutto questo sullo sfondo di un periodo nero per la Formula 1, con un numero sempre più elevato di incidenti mortali e grandi batteglie per la sicurezza portate avanti dai piloti. E proprio un incidente fatale, purtroppo, segnerà la fine della rivalità Stewart-Fittipaldi.

Emerson Fittipaldi debutta a metà della stagione 1970 a bordo di una Lotus. Il brasiliano è abbastanza giovane ed è una delle promesse del futuro della Formula 1. Non che alla Lotus serva aspettare Fittipaldi per vincere. Il team inglese sta dominando la stagione 1970 grazie a Jochen Rindt. Quando Fittipaldi debutta a Silverstone, l’austriaco ha già vinto metà delle gare disputate ed è nettamente in testa alla classifica iridata. Uno dei pochi che sembra in grado di lottare minimamente con Rindt è il campione del mondo in carica, Jackie Stewart, pilota che sta vivendo in questi anni il punto più alto della sua carriera. Fittipaldi impressiona subito e già alla seconda gara coglie un incredibile quarto posto. Quando si arriva a Monza l’unico che può togliere il titolo a Rindt, oltre a Stewart, è il belga della Ferrari Icks, anche se ormai l’austriaco ha un vantaggio quasi incolmabile.

Jochen Rindt muore durante le prove libere del gran premio d’Italia per un terribile incidente. La morte dell’austriaco è un duro colpo per la Formula 1. Nella massima serie automobilistica in questo periodo muore un pilota all’anno. Sono anni in cui le misure di sicurezza scarseggiano e troppo spesso avvengono delle tragedie. Stewart ormai da qualche anno è il simbolo dei piloti e dei team che lottano per una Formula 1 più sicura. Proprio per questo lo scozzese non è ben visto dagli organizzatori del campionato. La morte di Rindt segna un duro colpo per Stewart, amico dell’austriaco, ma gli porta una grande vittoria nelle battaglie per la sicurezza. Dopo questa fatalità vengono resi obbligatori caschi integrali e cinture di sicurezza.

La Lotus, a lutto per Rindt, salta la gara successiva e torna in pista solo per il penultimo appuntamento stagionale, il gran premio degli Stati Uniti. Stewart è alla guida di una vettura che ha debuttato solo la gara precedente, la Tyrell, veloce ma inaffidabile ed è ormai fuori dalla lotta per il titolo. Il solo Icks può quindi togliere il mondiale al compianto Rindt, ma se vuole riuscirci deve vincere in America. Il compito di Fittipaldi quindi è di vincere la gara e di garantire alla Lotus e alla memoria di Rindt il titolo mondiale. In gara è Stewart che prende la vetta seguito da Fittipaldi, è la prima volta che lo scozzese e il brasiliano si trovano a lottare per la vittoria tra di loro. La Tyrell però lascia a piedi Stewart e Fittipaldi vince la gara, garantendo a Rindt il titolo mondiale postumo.

Nel 1971 la Tyrell e Stewart si sono fatti una squadrone. La macchina ora, oltre che veloce, è affidabile e il campione scozzese può puntare su un secondo pilota davvero valido per aiutarlo. La Tyrell ha infatti assunto il giovane francese François Cevert, che fa subito amicizia con Stewart. Il rapporto tra i due si svilupperà sempre di più nel corso degli anni, con Stewart che arriverà a considerarsi il maestro di Cevert e lo designerà come suo erede sportivo. La Lotus si affida nuovamente a Fittipaldi, ma la macchina non è un granchè e la seconda guida non è all’altezza. Il mondiale 1971 quindi si trasforma in una marcia trionfale per Stewart che vince il titolo con netto anticipo, mentre Fittipaldi non va oltre tre podi e il sesto posto in classifica. A fine anno, in una gara di esibizione, un’altra tragedia. Siffert, un pilota svizzero molto veloce, perde la vita in un incidente. Stewart, sempre molto empatico con i suoi colleghi, deve incassare un altro duro colpo.

Nel 1972 Stewart sembra avere la strada spianata verso il terzo titolo. L’unico altro campione del mondo sulla griglia, Hulme, non ha il mezzo e la Tyrell nei test vola. La Lotus di Fittipaldi però sembra la seconda squadra più forte e il brasiliano è pronto a giocarsela. Il primo round in Argentina va a Stewart, mentre Fittipaldi si ritira. In Sudafrica lo scozzese domina la gara ma è costretto al ritiro per problemi tecnici. A vincere è Hulme, con la sua McLaren tornata competitiva. Fittipaldi, secondo, muove la sua classifica. In Spagna finalmente Fittipaldi vince mentre Stewart sbaglia e va a muro. A Monaco arriva lo scontro diretto tra i due. A pochi giri dalla fine Fittipaldi è quarto in scia al rivale. Nel tentativo di difendersi Stewart tocca un muro e deve cedere al brasiliano che, con il podio, si prende la vetta del campionato.

In Belgio Stewart ha problemi fisici e non può correre. Fittipaldi non spreca l’occasione, vince e allunga in classifica, nonostante il fido Cevert provi in tutti i modi ad aiutare il suo capitano assente. In Francia Stewart torna alla vittoria, tenendosi dietro un arrembante Fittipaldi. A Silverstone i due si sfidano a duello per tutta la gara e il brasiliano ha la meglio e allunga in classifica. In Germania Fittipaldi rompe ma Stewart non ne approfitta, schiantandosi al penultimo giro mentre era secondo. In Austria Fittipaldi vince ancora mentre il rivale non va a punti. A tre gare dalla fine il titolo è vicinissimo per il brasiliano. A Monza Fittipaldi vince ancora e si laurea campione del mondo per la prima volta in carriera, al suo terzo anno in Formula 1. Il brasiliano si rilassa e non conclude nessuna delle due ultime gare, Stewart le vince entrambe e gli ottimi risultati di Cevert dimostrano come la Tyrell sia pronta a riprendersi il titolo nel 1973.

Si riparte in Argentina ed è subito Fittipaldi. Stewart è terzo, battuto anche dal suo scudiero Cevert, che ogni gara dimostra quanto sta maturando. In Brasile Fittipaldi vince ancora davanti al suo pubblico e a nulla valgono i disperati sforzi di Stewart, che giunge secondo. In Sudafrica le qualifiche sono un disastro per Stewart, che parte sedicesimo. Fittipaldi è in prima fila e già alla terza gara potrebbe allungare notevolmente. In gara però lo scozzese mostra il perchè sia un bicampione del mondo e a suon di sorpassi si porta in testa e vince, mentre il suo rivale è solo terzo. In Spagna però Stewart viene tradito dalla sua vettura. Cevert le prova tutte per aiutarlo ma a vincere è Fittipaldi. Dopo solo quattro gare il brasiliano ha già un enorme vantaggio in classfica.

In Belgio parte la riscossa di Stewart che vince, con Cevert che completa la doppietta Tyrell. Fittipaldi è solo terzo e perde punti. A Monaco altro duello ravvicinato tra i due e stavolta è Stewart a prevalare, vincendo con il rivale in scia. In Svezia il brasiliano è più forte del rivale ed è davanti per tutta la gara ma rompe a quattro giri dalla fine. Stewart arriva solo quinto ma accorcia in classifica in una gara in cui la sua Tyrell non andava. In Francia Fittipaldi ha un incidente per problemi tecnici e Stewart, solo quarto, si prende la vetta della classifica per un solo punto. A Silverstone nessuno dei due rivali riesce ad andare a punti tanto che Cevert e Peterson, i compagni di squadra dei duellanti, sono vicinissimi in classifica grazie ad una serie di ottimi risultati.

In Tyrell la situazione è rosea. Stewart è quasi come un fratello maggiore per Cevert e tre i due c’è rispetto, lealtà ed amicizia. Il francese sa che lo scozzese è più forte e accetta di fare da secondo. Quello che non sa è che Stewart sta meditando il ritiro a fine stagione e che vuole fare di lui il suo erede sportivo. Cevert è giovanissimo, bello e veloce. Stewart vede in lui la futura icona della Tyrell e della Formula 1. In Lotus invece c’è una profonda rivalità. Il team inglese non è abituato a gestire due piloti forti e tra Fittipaldi e Peterson c’è rivalità. Il brasiliano, in scadenza di contratto, litiga continuamente con il team, accusato di favorire lo svedese.

A Fittipaldi va tutto male. In Olanda il brasiliano si deve ritirare per problemi fisici e Stewart vince ancora davanti a Cevert. Il gran premio però è funestato dal tragico incidente di Williamson, che muore atrocemente tra le fiamme. Gravi sono le responsabilità dei commissari che non provano neanche ad estrarre l’inglese dalla sua vettura. Inutile il disperato ed eroico tentativo di Purley, il compagno di squadra di Williamson, di salvare l’amico. Per Stewart è un altro colpo difficile da digerire, visto che Williamson era il suo possibile sostituto in caso di ritiro. Lo scozzese ha famiglia e l’amore per la moglie Helen è uno dei suoi tratti distintivi. Basta rischiare la vita in pista, a fine stagione si ritirerà dalle corse e lascerà il team in mano a Cevert. Stewart però è ben deciso a non dirlo a nessuno, per evitare ai suoi cari la tensione del conto alla rovescia prima della fine della sua carriera, se non al patron della Tyrell.

Le Tyrell fanno di nuovo doppietta in Germania mentre Fittipaldi, sesto, torna a punti dopo molte gare sfortunate. La situazione del brasiliano, a quatto gare dalla fine, è quasi disperata visto che anche Cevert lo ha scavalcato in classifica. In Austria Fittipaldi è rabbioso. Parte dalla pole e domina la gara, finchè a pochi giri dalla fine la sua Lotus non lo lascia a piedi. Stewart è secondo ed ipoteca il titolo. A Monza Stewart è solo quarto mentre le Lotus si stanno avviando a fare doppietta. Peterson è davanti e si rifiuta di lasciar passare il compagno che si sta giocando il titolo. Fittipaldi quindi giunge solo secondo e con questo risultato Stewart si laurea campione del mondo. È la goccia che fa traboccare il vaso, Fittipaldi lascerà la Lotus a fine stagione. In Canada Fittipaldi è di nuovo sul podio, consolidando il secondo posto in classifica riconquistato a Monza.

Manca una sola gara, il gran premio degli Stati Uniti. Sarà l’ultima gara in carriera di Stewart e tutti vorrebbero un ultimo duello con Fittipaldi. La moglie di Stewart deve soffrire un’ultima gara poi il marito non correrà più e non dovrà fronteggiare più la morte in pista. Lo scozzese purtroppo però dovrà affrontare il peggior lutto della sua carriera proprio all’ultima gara. Durante le qualifiche François Cevert ha un terribile incidente. Stewart è il primo a soccorrere il suo amico fraterno ma si rende subito conto che non c’è nulla da fare, una ruota gli ha fracassato il cranio. Stewart è scosso e pieno di rimpianti, non essendo riuscito a dire all’amico che dall’anno successivo sarebbe stato la prima guida della Tyrell, cosa che voleva fosse una sorpresa. Ovviamente lo scozzese si rifiuta di correre il giorno successivo e abbandona all’istante la Formula 1.

Fittipaldi passerà in McLaren dove nel bienno 1974-1975 troverà un altro grande rivale, l’austriaco Niki Lauda, vincendo il campionato 1974. Nel 1976 Fittipaldi fonderà un team privato con cui terminerà la carriera per poi passare alla gare americane dove vincerà vari campionati e varie 500 miglia di Indianapolis. Stewart tornerà in Formula 1 negli anni ’90 come proprietario di un team, che vincerà una gara e dopo vari passaggi di proprietà diventerà la Red Bull, uno dei top team attuali. I due sono oggi i più vecchi campioni del mondo di Formula 1 viventi e sono icone rispettate del mondo del motorsport, due piloti che hanno reso avvicenti vari campionati con i loro scontri: Jackie Stewart e Emerson Fittipaldi. (DDS)

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