Sicurezza delle scuole: timidi passi avanti


Importanti le norme inserite nel decreto sisma ter in merito alle verifiche di vulnerabilità sismica nelle scuole, anche se restano insolute diverse questioni fondamentali. Intanto la Provincia di Ascoli ha già avviato l’iter per le verifiche in 5 scuole e stanziato i fondi per altri 5 istituti scolastici, mentre dal Comune al momento arrivano solo “fumose” promesse

Bene ma non benissimo. Si potrebbe usare l’espressione tipica di una delle più note croniste di Sky per giudicare la situazione in merito alla sicurezza delle scuole. Torniamo ad occuparcene perché ad 8 mesi dal terremoto è giusto fare un attimo il punto della situazione, anche in considerazione del fatto che nelle settimane e nei giorni scorsi ci sono state delle importanti novità.  Partendo da una considerazione fondamentale, a cui è opportuno dare la giusta rilevanza.

Se dopo il terremoto (quindi con colpevole ritardo da parte delle varie amministrazioni locali) finalmente si è iniziato a parlare seriamente di sicurezza delle scuole, di verifiche di vulnerabilità sismica e di adeguamento, è merito esclusivamente di quei comitati spontanei di cittadini che si sono formati dopo il terremoto e che hanno messo al primo posto la sicurezza dei propri e di tutti i ragazzi che vanno a scuola, che hanno saputo incalzare le varie amministrazioni comunali costringendole ad occuparsi di quella che è una vera e propria emergenza che, fino ad allora, era stata colpevolmente trascurata. Tra questi uno dei più attivi, non solo a livello locale, è sicuramente risultato il Comitato Scuole Sicure Ascoli. Che ha portato avanti la sua sacrosanta battaglia inizialmente tra l’indifferenza di quasi tutte le istituzioni locali (in particolare dell’amministrazione comunale), poi finendo per essere oggetto di inqualificabili e inaccettabili attacchi personali.

Come accade sempre, quando non si può contrastare nel merito, allora si cerca di scendere sul personale, si prova a costruire e gettare fango nei confronti di chi si espone in prima persona per determinate battaglie, con la speranza che, screditando chi porta avanti questa sacrosanta causa, automaticamente perda vigore la causa stessa. A rendere il tutto più squallido è che, come accade quasi sempre, queste vere e proprie campagne per gettare fango vengono portate avanti da qualche “servo sciocco”, sempre pronto a servire il padrone di turno.  Squallide “bassezze” a parte, ciò che realmente conta è che grazie al Comitato Scuole Sicure finalmente anche ad Ascoli si è iniziato seriamente a parlare di sicurezza della scuole. Anche il sindaco Castelli, che inizialmente aveva cercato di sminuire, di far passare la sacrosanta battaglia del Comitato come una reazione isterica di qualche genitore, è stato costretto a fare marcia indietro, ad ammettere (sia pure nei modi teatrali tipici del primo cittadino) le responsabilità della sua amministrazione e l’assoluta fondatezza della battaglia portata avanti in questi mesi dal Comitato Scuole Sicure.

Per chi avesse poca memoria e non ricordasse bene, a settembre e a novembre, dopo le due scosse più violente, il sindaco ha sempre cercato di rassicurare tutti nascondendosi dietro l’agibilità degli istituti scolastici cittadini che ora sappiamo bene (come il Comitato Scuole Sicure già allora sosteneva) non significa assolutamente che quegli stessi istituti siano comunque sicuri e a prova di una scossa magari un po’ più forte. Poi a fine gennaio (esattamente giovedì 26 gennaio) l’improvvisa svolta, la clamorosa retro marcia del sindaco che, nel corso del Consiglio Comunale, ha finito per ammettere l’importanza delle verifiche di vulnerabilità sismica per gli istituti scolastici cittadini. Ovviamente l’ha fatto nei toni e nei modi tipici che è solito utilizzare, cercando di passare dalla parte della vittima dello Stato cattivo che taglia i fondi ai poveri Comuni, tentando di far dimenticare le gravi responsabilità in proposito della sua amministrazione.

Ciò che però è importante è che alla fine anche Castelli è stato costretto a sposare le tesi portate avanti da mesi dal Comitato Scuole Sicure in merito all’importanza delle verifiche di vulnerabilità sismica. Come al solito poi il primo cittadino è andato oltre, con la sua incredibile “faccia tosta” ha addirittura cercato di attribuirsi dei meriti che non ha per alcuni provvedimenti del governo in materia. Si perché, tornando a parlare dei frutti concretamente ottenuti dalla dura battaglia portata avanti dai Comitati Scuole Sicure, la settimana scorsa nel decreto Sisma ter approvato dalla Camera sono state previste importanti novità per quanto riguarda proprio le verifiche di vulnerabilità sismica. In pratica, sulla base di una serie di emendamenti presentati e approvati , gli articoli 20 e 20 bis del decreto prevedono ora che le predette verifiche dovranno essere svolte, nelle zone classificate a rischio sismico 1 e 2 (Ascoli è classificata 2) entro il 30 giugno 2018.

Quel che, però, è più importante è che le verifiche e gli eventuali interventi di adeguamento che si renderanno necessari, in seguito alle verifiche stesse, verranno inseriti nella programmazione triennale nazionale per l’edilizia scolastica per essere finanziati con le risorse annualmente disponibili. Naturalmente nel decreto stesso si fa riferimento anche alla voce di capitolo dalla quale verranno prelevati i fondi stessi (le risorse non utilizzate alla data di entrata in vigore della L.107/2015) ma non è certo questo quello che ci interessa. Ciò che è importante è ciò che viene sancito, cioè che le verifiche vanno fatte entro giugno 2018 e che i fondi per farli (così come gli eventuali interventi di adeguamento sismico che dovessero essere necessari) li mette a disposizione di Comuni e Province il governo. Come detto il sindaco ha provato ad attribuirsi il merito di questa importante svolta.

Accolto emendamento sulla vulnerabilità sismica delle scuole. Castelli: Grande soddisfazione, è quanto avevo chiesto a Gentiloni nella lettera inviata dopo il 18 gennaio” si leggeva in un comunicato stampa del 22 marzo scorso. Ma il suo improbabile e imbarazzante bluff è durato poche ore, il tempo di ricordare che, in realtà, in quella lettera non c’era alcun riferimento ai temi poi oggetto dell’emendamento e di scoprire che quelle modifiche erano state proposte proprio dai Comitati Scuole Sicure nel corso del loro incontro con i parlamentari della commissione ambiente della Camera (vedi articolo “Dopo l’assicurazione, le verifiche sismiche: Castelli perde il pelo ma non il vizio”). Al di là del solito imbarazzante teatrino del sindaco, ciò che conta è che il governo ha riconosciuto l’importanza di questa battaglia per la sicurezza delle scuole, anche se poi restano insoluti diversi aspetti della questione. Come già in passato, ad esempio, non viene prevista alcun genere di sanzione nei confronti delle amministrazioni che non rispetteranno il termine del 30 giugno 2018. Che, tra l’altro, lascia aperta anche un’altra grande questione. Fino a quella data dovremo comunque continuare a mandare senza problemi i nostri figli in scuole la cui sicurezza non è per nulla certa?

Tornando a spostare lo sguardo sulla situazione locale, qualche buona notizia arriva dalla Provincia di Ascoli, sicuramente molto più sensibile a questo tema rispetto al Comune. Non a caso già a novembre il presidente D’Erasmo e il vicepresidente Bellini avevano incontrato una delegazione del Comitato Scuole Sicure, anche se poi l’incontro si era concluso con un nulla di fatto.  Ora, però, la Provincia ha già stanziato 115 mila euro e ha già avviato l’iter procedurale per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica in 5 istituti scolastici  e ha previsto nel bilancio 2017 ulteriori fondi per estendere il progetto su altri 5 istituti scolastici, con l’obiettivo di arrivare al più presto a completare questo monitoraggio su tutte le scuole superiori del territorio provinciale.  

“Diamo a Cesare quel che è di Cesare – commenta Iride Luzi del Comitato Scuole Sicure Ascoli –  dobbiamo convenire che la Provincia di Ascoli con il suo presidente D’Erasmo e la vice presidente Bellini, non si sono mai sottratti all’ascolto. Ci hanno incontrato e ascoltato. E dopo tutte le nostre lotte e i loro convincimenti e aperture, pur se tardivamente, la Provincia ha mosso i suoi passi, nella direzione in cui, tutte le Province e i Comuni italiani dovrebbero muoversi. Queste sono le istituzioni con cui vorremmo confrontarci. Dal Comitato Scuole Sicure Ascoli Piceno, un augurio di spedito, fattivo e ottimo lavoro. La sicurezza delle scuole dovrebbe essere cosa sulla quale non dover discutere. Passo dopo passo l’Italia sarà tutta in evoluzione, agirà in previsione e l’emergenza per le scuole sarà solo un lontano ricordo”.

Minori certezze, invece, arrivano dal Comune anche se il sindaco continua a ribadire che è pronto ad inserire i fondi in bilancio (che poi gli verranno restituiti dallo Stato) per effettuare le verifiche in tutte le scuole cittadine (di quelle dichiarate inagibili o agibili con prescrizioni si occuperà l’ufficio ricostruzione). Siamo ancora ad una manifestazione di intenti senza, almeno al momento, nulla di concreto. Anzi le cifre relative al presunto stanziamento in bilancio che vengono fatte (200 mila euro) contribuiscono ad alimentare ulteriori perplessità, visto che le scuole su cui effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica sono 19 e che quella cifra sarebbe sufficiente per la metà circa degli interventi da effettuare.

Senza dimenticare che già in passato (nel 2011) in Consiglio Comunale il sindaco Castelli aveva fatto la stessa identica promessa (in risposta ad un’interrogazione dell’allora consigliere comunale Pesarini) e sappiamo bene come poi è andata a finire. Allora, però, non c’era il Comitato Scuole Sicure che, siamo certi, saprà vigilare e verificare se davvero questa volta alle promesse seguiranno fatti concreti. In attesa di vedere come si evolveranno le cose e se finalmente in questo delicato tema avverrà il tanto atteso cambio di marcia, è infine opportuno dare uno sguardo alla situazione attuale nel nostro paese e nella nostra regione per quanto riguarda l’edilizia scolastica e la sicurezza sismica. E’ necessario farlo perché si continua a fare una grandissima confusione, tra chi (soprattutto amministratori locali) cerca di far passare il concetto che la situazione è praticamente identica ovunque (in una sorta di mal comune mezzo gaudio) e chi continua a fornire dati sballati, anche a causa della difficile lettura dei dati stessi per la loro frammentarietà e incompletezza.

Per cercare di districarci meglio e di fornire un quadro il più possibile veritiero facciamo riferimento a due fonti, il rapporto presentato da Cittadinanzattiva a settembre 2016 e l’anagrafe degli istituti scolastici del Miur. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci, quel rapporto non evidenzia affatto (come vorrebbe far credere il sindaco Castelli) che solo pochissimi Comuni sono in regola né, tanto meno, che appena l’8% degli edifici scolastici è a norma. Quel dato, infatti, si riferisce esclusivamente agli edifici che sono stati costruiti e progettati rispettando la normativa antisismica, tenendo però in considerazione tutto il territorio nazionale, anche quello che non è considerato zona altamente sismica.

Secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Edilizia Scolastica complessivamente sono 41.665  gli edifici scolastici nel territorio italiano, di cui 18.817 (il 45%) si trovano in zone a rischio sismico elevato (2.937 in zona 1, 15.880 in zona 2).  Di quelle 18.817 scuole, 3745 sono state progettate e realizzate secondo la normativa antisismica, mentre altre 4.479 scuole hanno regolarmente effettuato la verifica di vulnerabilità sismica dopo il 2003. Quindi complessivamente nelle zone altamente sismiche sono 8.224 (il 44%) le scuole che almeno in teoria sono a norma. Numero che sale fino a 9.731 (cioè il 52%) se si considerano anche le 1.507 scuole che hanno effettuato le verifiche sismiche prima del 2000. Naturalmente resta il dato a dir poco preoccupante di oltre 8 mila scuole (poco meno del 50%) non a norma (e quindi concretamente a rischio).

Purtroppo non sono ancora disponibili i dati suddivisi per regione e per province, almeno per quanto riguarda la normativa anti sismica. Ce ne sono, invece,  sull’anno di costruzione, sull’agibilità e sulla presenza di certificati di collaudo statico, fonte Anagrafe Nazionale Edilizia Scolastica. Secondo quei dati il 30% degli edifici scolastici marchigiani sono stati realizzati prima del 1960, il 24% tra il 1961 e il 1975, il 38 dopo il 1976 (per l’8% degli istituti non si conosce l’anno di realizzazione). Per quanto riguarda il certificato di collaudo statico, lo posseggono il 65% delle scuole della provincia di Ancona, il 61% di quelle della provincia di Ascoli, il 57% della provincia di Fermo, il 48,5% della provincia di Pesaro-Urbino e il 46% della provincia di Macerata.

Dati sicuramente interessanti che ci forniscono alcune importanti indicazioni ma che non contribuiscono certo a fornire un quadro esauriente sulla sicurezza delle nostre scuole in chiave anti sismica.

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