“Bufale”, falsi miti e verità scientifiche sui vaccini


Mentre nei cinema italiani arriva un film documentario contro i vaccini, si torna a morire per la pertosse e le complicanze del morbillo. L’Istituto Superiore della Sanità lancia l’allarme ma sul web si moltiplicano i siti anti-vaccini. Per contrastarli la Società italiana di pediatria lancia il decalogo anti bufale sulle vaccinazioni

“Si torna a morire di pertosse. I bambini non vengono più vaccinati però gli si danno i biscotti senza l’olio di palma”. Una delle tante citazioni ironiche che si possono trovare oggi sui social fotografa in maniera sintetica ed efficace come tutto sembra andare un po’ al contrario nel sempre più folle mondo moderno. Naturalmente non vogliamo certo sostenere che tutta la questione legata all’eventuale nocività dell’olio di palma sia di scarsa rilevanza. Di certo, però, molto più grave e patologico è quanto sta accadendo da qualche tempo con i vaccini, frutto anche (se non esclusivamente) di quel proliferare in rete di siti pseudo-scientifici che forniscono informazioni non certificate che finiscono per condizionare e coinvolgere un gran numero di persone.

Un tema, quello dei vaccini, che torna di insistente attualità perché dal prossimo 17 ottobre  nelle sale cinematografiche italiane verrà proiettato “Vaxxed – from cover un to catastrophe”, un film documentario che attacca violentemente i vaccini. A dirigerlo Andrew Wakerfield, l’autore di uno studio scientifico, pubblicato nella nota rivista medica Lancet, che nel 1998 metteva in relazione l’autismo con la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia. Lo studio, effettuato analizzando le cartelle cliniche di 12 bambini autistici, stabiliva un nesso di causa –effetto tra vaccini, disturbi intestinali e autismo.

Nel 2004, però, il giornalista del Sunday Times Brian Deer avanzò dubbi sulla scientificità di quello studio, facendo balenare interessi economici dietro quella ricerca. Il giornalista britannico dovrà indagare per altri 6 per poter finalmente dimostrare, in maniera inequivocabile, la frode scientifica messa in atto con la falsificazione dei dati di quelle 12 cartelle, con l’obiettivo poi di mettere su un mercato di test diagnostici per le cause di autismo.  La controanalisi scientifica di Deer viene pubblicata sulla rivista medica “British Medical Journal” e Wakefield verrà radiato dall’albo dei medi.

Tre anni dopo, nel marzo 2013, il Journal of Pediatrics pubblicherà un’altra grande ricerca (condotta su oltre 1000 bambini) che dimostrerà che non c’è alcun nesso tra la vaccinazione e l’insorgenza di autismo (ma anche tra il numero di antigeni e l’insorgenza della malattia). Nel folle mondo del web, però, tutto ciò non è sufficiente, nel sempre più vasto panorama di siti complottisti viene in continuazione citato quello studio (che, nel frattempo, Lancet ha provveduto a ritirare con tanto di scuse) che ancora oggi è uno degli appigli di quanti sostengono la dannosità dei vaccini.

Quel film-documentario il 4 ottobre scorso doveva essere proiettato anche al Senato su iniziativa del senatore Bartolomeo. Ma dopo le proteste dei medici e di tutto il mondo scientifico italiano, il presidente Grasso ha ritirato l’autorizzazione.

Già da tempo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), l’Associazione italiana del Farmaco (Aifa) e i pediatri avevano lanciato l’allarme. C’è il concreto il rischio che tornino a colpire malattie “dimenticate” come la difterite (alcuni casi sono già stati riscontrati in Spagna) o che le morti per morbillo o pertosse non siano più una rarissima eccezione. Nei mesi scorsi a Roma una bambina di 4 anni è morta per un’encefalite causata dal morbillo, mentre a Bologna una neonata di 28 giorni e a Monza due neonati da meno di 2 mesi sono morti per la pertosse. Sempre a Roma tre lattanti di 2, 3 e 5 mesi sono stati colpiti da meningite da Haemophilus Influenzae di tipo B.

Questi alcuni dei più rilevanti casi italiani che hanno portato alla ribalta della cronaca malattie infettive considerate pressoché sconfitte grazie alle vaccinazioni, ma che sono ricomparse numerose in tutta Europa. Secondo i dati ISS, le coperture vaccinali per malattie come poliomielite, tetano, difterite ed epatite B oggi sono al di sotto del 95% (la soglia di sicurezza) e la copertura scende sotto la soglia dell’86% per morbillo, parotite e rosolia. Secondo i dati diffusi dalla Società Italiana di Pediatria, oltre 358.000 bambini non sono stati vaccinati per quelle patologie negli ultimi 5 anni.

La copertura vaccinale nel nostro Paese è al limite della soglia di sicurezza – afferma il presidente dell’ISS Walter Ricciardi – la vaccinazione rappresenta uno degli interventi di sanità pubblica maggiormente efficaci e sicuri attraverso la cosiddetta immunità di gregge, anche i non vaccinati beneficiano degli effetti positivi della vaccinazione, sempre che la copertura sia superiore alla soglia del 95%, al di sotto della quale l’agente patogeno continuerebbe a circolare. Il calo delle vaccinazioni costituisce un grave pericolo per la salute di tutti: per fare un esempio, la mancata vaccinazione antinfluenzale di tantissimi anziani dopo un falso allarme sui rischi del vaccino è stata una delle cause del “boom” di mortalità nel 2015”.

Stiamo assistendo al ritorno di malattie che credevamo debellate – aggiunge il presidente della Società italiana di Pediatria Giovanni Corsello – un esempio per tutti è la morte di bambini per pertosse, malattia che sta avendo una recrudescenza nei bambini nei primi mesi di vita, proprio per il calo della copertura vaccinale”. “C’è purtroppo poca consapevolezza del rischio anche grave connesso alla mancata vaccinazione – afferma il presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli – ricordiamo che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i vaccini salvano circa 2,5 milioni di vite all’anno”.

La stessa Oms ricorda anche come ancora il 20% della popolazione mondiale vive in paesi dove non si praticano i vaccini e che ogni anno nel mondo  1,5 milioni di bambini muoiono (1 ogni 20 secondi) a causa di malattie per le quali esiste il vaccino.  Dati che dovrebbero far riflettere, invece già in Europa si iniziano a manifestare le conseguenze di questa insensata campagna contro i vaccini.

Secondo uno studio effettuato dal Portale Epidemiologia per la sanità pubblica tra il 2007 ed il 2013 i casi di morbillo in Europa sono aumentati del 350%. Emblematico è il caso della Romania che, sulla spinta della campagna degli antivaccinisti, nel giro di alcuni anni ha visto scendere la percentuale di bambini vaccinati dal 98% all’85%. E i risultati si sono subiti visti, dato che nei primi 8 mesi del 2016  si sono verificati oltre 700 casi di morbillo (rispetto ai 7 dell’anno precedente), con 3 bambini morti, sempre per il morbillo.

Come abbiamo visto anche nel nostro paese gli effetti iniziano a farsi sentire anche perché è sempre più vasto il panorama delle associazioni anti vaccini (Condav, Comilva, Corvelva, Vaccinare informati), mentre sul web pullulano siti complottisti e anti vaccini (attiviamoci.it, disinformazione.it, Mednat.org tra i più noti e cliccati). L’avversione alle pratiche vaccinali non è certo una cosa recente ma la rete ha moltiplicato la velocità e la quantità delle informazioni disponibili, facilitando la pubblicazione di dati spesso errati e privi di base scientifica.

La principale criticità informativa è costituita dai siti contrari alle vaccinazioni, che rappresentano il 35% delle fonti informative sul web quando si utilizzano le parole chiave “vaccino/i” e “vaccinazione/i” – spiega Antonio Ferro, Direttore Sanitario dell’Azienda 22 Bussolengo e responsabile del sito web VaccinarSì – attraverso argomentazioni di carattere pseudo-scientifico o attraverso vere e proprie “bufale mediatiche” questi siti catturano l’attenzione di persone e famiglie non necessariamente contrarie alle vaccinazioni, che cercano risposte in merito alla sicurezza, ai calendari vaccinali e ai nuovi vaccini”.

La cattiva informazione relativa alla sicurezza e all’efficacia delle vaccinazioni e all’incontrollata diffusione di tesi senza alcuna base reale – qggiunge Roberto Burioni, Professore ordinario della Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università San Raffaele di Milano – è un chiaro esempio della natura “orizzontale” di Internet, che intrinsecamente pone sullo stesso livello qualunque fonte”. Emblematico, a tal proposito, è il modo con il quale Mednat.org  cerchi di dimostrare il nesso tra i vaccini e la cosiddetta Sindrome della morte improvvisa del lattante (Sids) , prima causa di morte tra i bambini tra 1 e 12 mesi.

Nella sola Italia ne muoiono circa 300-400 bambini all’anno – si legge in un farneticante articolo su quel sito internet – la chiamano furbescamente Sids per depistare le indagini giudiziarie e cliniche, per cancellare le prove della connessione con i vaccini. Quei bambini vengono assassinati dallo stato colluso e connivente con Big Pharma” L’articolo continua sostenendo che è stata fatta una segnalazione  alle procure di Ivrea, Caltagirone e Lagonegro parlando di “omicidio con i vaccini”. La conclusione, ovvia e scontata, di questa vicenda viene riportata dallo stesso articolo. “Hanno fatto le solite autopsie per nascondere il nesso tra vaccini e Sids. Che schifo, anche le procure sono serve delle imprese farmaceutiche”.

A supporto di questa tesi viene, poi, portato uno studio effettuato negli Stati Uniti (senza fare riferimento alla fonte) su 604 bambini morti di Sids. Però da quello studio emerge che solo il 40% (244 bambini) di loro aveva ricevuto almeno una vaccinazione.

Dato assolutamente insignificante, anche perché non c’è assolutamente alcuna evidenza di nesso di casualità.  Sids a parte, le motivazione addotte da chi contesta i vaccini sono innanzitutto di carattere storico, con l’affermazione che le malattie prevenibili con i vaccini in un paese come il nostro sono quasi completamente scomparse  e che, di conseguenza non sono necessari. I dati e fatti a cui abbiamo accennato prima dimostrano in maniera abbastanza evidente a quali e a quanti rischi si andrebbe incontro accreditando una simile tesi.

Soprattutto, però, viene contestato il fatto che ai vaccini si associno parecchi effetti dannosi, in alcuni casi fatali, sottolineando come in alcuni vaccini si trovino sostanze potenzialmente dannose come il mercurio e l’alluminio. Sono quelli dei danni e dei decessi, ovviamente, le motivazioni più forti delle crociate anti vaccini. Che qualche volta trovano sponda  anche in qualche giornale come il Fatto Quotidiano che nei mesi scorsi ha pubblicato un intervento del farmacologo, tossicologo e cardiologo omeopata Roberto Gava che contestava duramente l’intervento della Federazione nazionale dei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO) che invocava sanzioni nei confronti dei medici anti-vaccinisti.

Gava a sostegno delle sue tesi, parla di oltre 400 bambini in cura per danni da vaccino ma , ovviamente, senza citare la fonte o lo studio dal quale emergerebbe tale dato. E, contestando l’affermazione della FNOMCeO secondo cui i vaccini hanno ridotto del 92-100% l’incidenza delle patologie verso cui ci si vaccina, ammette candidamente di non aver letto e di non conoscere gli studi scientifici che sono alla base di tale affermazione. Un’approssimazione che si incontra sempre nelle tesi degli anti-vaccinisti che a sostegno delle proprie tesi citano dati senza alcun riferimento e fondamento scientifico o presunti studi già ampiamente smentiti da precedenti ricerche scientifiche.

In Italia – si legge sul sito del Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino (CONDAV) – sono 631 le persone che hanno riportato casi di danno irreversibile a causa di vaccinazione e che hanno ottenuto l’indennizzo previsto dalla legge”. A supporto di tali dati, però, vengono portate solo le testimonianze di alcuni genitori che, ovviamente, non hanno alcuna cognizione scientifica per dimostrare il collegamento tra la vaccinazione e il conseguente danno, se non che un fatto (il danno) si sia manifestato dopo un altro fatto (la vaccinazione).

Ovviamente è sin troppo facile evidenziare che la successione dei fatti non vuole in alcun modo significare che i due siano necessariamente collegati. Però intanto la notizia gira e fa presa su chi legge senza avere le necessarie basi per comprendere a pieno la materia di cui si sta trattando.  Il sito “Attiviamoci.it” parla addirittura di 145 mila bambini morti in 20 anni a causa dei vaccini, citando a supporto un presunto studio di Vaccine Adverse Events Reporting System (Vauers). Che, però, non ha nulla di scientifico, anzi, quel dato è semplicemente il frutto di un complicato e poco attendibile calcolo matematico.

A supporto della tesi della dannosità dei vaccini, poi, vengono portati anche alcuni esempi, alcune storie che dimostrerebbero inequivocabilmente il nesso tra i due eventi. In particolare ricorrente è il caso Palazzolo, un bambino diagnosticato  come autistico anni dopo la vaccinazione la cui successiva vicenda giudiziaria legata alla richiesta di risarcimento per danni da vaccino, ha provocato non poche polemiche, visto che il nesso causale è stato accertato da una perizia che, però, in seconda istanza è stata smontata e fatta a pezzi (anche perché in parte basata sul già citato studio Wakefield che, come abbiamo visto, è poi stato dichiarato falso).

Il Consiglio di Stato, poi, ha cancellato nel metodo (non certamente nel merito) la seconda perizia ma per gli anti-vaccinisti ciò è sufficiente. Va infine aggiunto che, per completare il quadro, a supporto delle tesi anti vaccini si ricorre al solito discorso degli interessi delle case farmaceutiche che spingerebbero i vaccini per i soliti motivi di guadagno. In realtà le aziende farmaceutiche guadagnerebbero molto più con la vendita di farmaci che eventualmente servirebbero a curare pazienti che hanno contratto una delle malattie che, invece, vengono prevenute proprio grazie ai vaccini.

Restando al discorso strettamente economico uno studio effettuato dal Centre for Economic Evaluation and Hta in collaborazione con il Ceis e l’Università di Roma Tor Vergata ha dimostrato come l’utilizzo dei vaccini per prevenire malattie in bambini, adulti e anziani si traduce in un numero minore di visite mediche, esami diagnostici, trattamenti, ricoveri ospedalieri e, di conseguenza, in notevoli risparmi sui costi sanitari, nell’ordine di circa un miliardo l’anno.

Per concludere di seguito pubblichiamo il decalogo della Società italiana di pediatria per smontare tutte le “bufale” sui vaccini.

1. Il miglioramento delle misure igieniche e sanitarie eliminerà le malattie, per questo i vaccini non sono necessari. FALSO. Nel caso in cui si fermassero i programmi vaccinali, le malattie prevenibili con i vaccini tornerebbero. Anche se un’igiene migliore, il lavaggio delle mani e l’acqua pulita contribuiscono a proteggere dalle malattie infettive, queste malattie si possono diffondere indipendentemente dal livello di igiene.

2. I vaccini si associano a parecchi effetti dannosi a lungo termine ancora sconosciuti e possono essere anche fatali. FALSO. I vaccini in uso sono molto sicuri. La maggior parte delle reazioni avverse alle vaccinazioni, per esempio un braccio dolorante o un modesto rialzo febbrile, è in genere lieve e transitoria. Gli eventi gravi sono molto rari e sono attentamente controllati e valutati. È molto più probabile che la salute venga gravemente compromessa da una malattia prevenibile da vaccinazione che dalla vaccinazione stessa. Mentre qualsiasi danno grave o decesso causato dai vaccini riguarda un caso su moltissimi vaccinati, i benefici delle vaccinazioni superano di gran lunga il rischio e in assenza dei vaccini i danni o i decessi causate dalle malattie prevenibili sarebbero molti di più.

3. Il vaccino combinato contro difterite, tetano e pertosse e contro la poliomielite è responsabile della Sids  FALSO. Non esiste alcun nesso di causalità tra la somministrazione dei vaccini e la Sids. Peraltro queste vaccinazioni vengono praticate in un momento della vita in cui i [alcuni] bambini possono andare incontro alla Sids. In altre parole, esiste una coincidenza temporale tra vaccinazioni e Sids, che si sarebbe verificata anche se non fossero state somministrate le vaccinazioni.

4. In Italia le malattie prevenibili con i vaccini son quasi eliminate, non sono ncessari i vaccini FALSO. Anche se le malattie prevenibili con i vaccini sono diventate poco frequenti in molti Paesi, gli agenti infettivi che le causano continuano a circolare in alcune parti del mondo. In un mondo globalizzato, questi agenti possono attraversare i confini geografici e infettare chiunque non sia protetto. Nell’Europa occidentale, per esempio, a partire dal 2005 si sono verificati focolai di morbillo in popolazioni non vaccinate in Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Spagna e Svizzera. Quindi, le due ragioni fondamentali per sottoporsi alle vaccinazioni sono la protezione individuale e quella collettiva.

5. Le malattie infantili prevenibili con i vaccini sono solo un fatto negativo che fa parte della vita. FALSO. Malattie come il morbillo, la parotite e la rosolia sono gravi e possono causare, in adulti e bambini, complicazioni serie come polmonite, encefalite, cecità, diarrea, infezioni dell’orecchio, sindrome da rosolia congenita e morte. La mancata vaccinazione contro queste malattie mette i bambini in uno stato di vulnerabilità evitabile.

6. Fare più di un vaccino alla volta può aumentare il rischio di eventi avversi pericolosi FALSO. Le prove scientifiche mostrano che somministrare più vaccini nello stesso momento non determina effetti negativi per il sistema immunitario del bambino. I principali vantaggi del ricevere più vaccini in una volta sola stanno nella riduzione degli accessi ai servizi di vaccinazione, con risparmio di tempo e di denaro, e con una maggiore probabilità che venga completato il ciclo vaccinale raccomandato. Inoltre, la disponibilità di vaccini combinati, come nel caso di morbillo, parotite, rosolia, implica anche meno iniezioni.

7. L’influenza è solo un disturbo e il vaccino non è molto efficace FALSO. L’influenza è molto più che un disagio. È una malattia talvolta grave responsabile di 300 – 500.000 morti ogni anno nel mondo. Hanno un rischio più elevato di infezione grave o di decesso le donne in gravidanza, i bambini piccoli, gli anziani già debilitati e tutte le persone con una malattia cronica come l’asma o una cardiopatia. La vaccinazione antinfluenzale conferisce un’immunità contro i tre ceppi più diffusi circolanti in ogni singola stagione.

8. È meglio essere immunizzati dalla malattia che dai vaccini. FALSO. I vaccini interagiscono con il sistema immunitario in modo da produrre una risposta immune simile a quella evocate dalle infezioni naturali, ma non determinano la malattia né espongono le persone al rischio di potenziali complicazioni. D’altra parte il prezzo pagato per acquisire l’immunità attraverso l’infezione naturale può consistere in ritardo mentale nel caso dell’infezione da Haemophilus influenzae di tipo b, in difetti congeniti per quanto riguarda la rosolia, in cancro del fegato per il virus dell’epatite B, nel decesso nel caso del morbillo.

9. I vaccini contengono mercurio che è pericoloso FALSO.  Il tiomersale è un composto organico contenente mercurio, aggiunto ad alcuni vaccini come conservante. È il conservante di più largo impiego per i vaccini forniti in contenitori multi-dose. Non ci sono prove che la quantità di tiomersale utilizzata nei vaccini comporti rischi per la salute. In Italia nei programmi estesi di vaccinazione routinaria sono utilizzati vaccini che non contengono tiomersale.

10. I vaccini sono responsabili dell’autismo FALSO. Lo studio del 1998 che ha lanciato l’allarme su una possibile associazione tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia Mpr e autismo è stato giudicato a posteriori gravemente fallace, tanto che l’articolo è stato ritirato dalla rivista che l’aveva pubblicato. Purtroppo, la sua pubblicazione aveva generato un tale panico da condurre a un calo delle coperture vaccinali e di conseguenza a epidemie di queste malattie. Una successiva ricerca scientifica ha dimostrato che non esiste alcun nesso

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